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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2012 alle ore 14:22.

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Fisco protagonista nel duello a distanza tra Silvio Berlusconi e Mario Monti, con il primo ad aprire le ostilità durante un'intervista a Tgcom24 e il secondo a replicare nel corso della conferenza stampa. Tema forte del confronto, com'era prevedibile, l'Imu, la nuova imposta municipale che da quest'anno è tornata a colpire le prime case ed ha assicurato un gettito di 24 miliardi (quasi 10 per lo Stato, il resto ai Comuni). Ai primi di febbraio 2013, poi, l'Imu tornerà pesantemente nelle agende degli italiani, che dovranno verificare se sono tenuti a presentare la dichiarazione.

L'Imu «fatta per sopravvivere»
«L'Imu non la sbandiero come una bellezza», ha detto Monti, replicando alle ipotesi di abrogazione promesse da Berlusconi, ma «in quasi tutti paesi esiste una tassazione sulla prima casa. È molto attraente - ha proseguito il presidente del Consiglio ormai dimissionario - presentare la possibilità di non averla, ma mi auguro che, chiunque governi, le circostanze siano più distese da un punto di vista finanziario. Noi non abbiamo aumentato le tasse e messo l'Imu per fare una politica anticiclica, ma per sopravvivere in condizioni di emergenza». Inoltre, ha argomentato Monti - se si togliesse l'Imu, «chi verrà a governare un anno dopo dovrà rimettere un'Imu doppia».

Il Professore ha criticato anche alcuni slogan cari al Cavaliere in tema di Fisco: «Trovo deleterio e responsabile di una buona quota dei mali italiani la diffusa e continua diseducazione negli anni al pagamento delle tasse, a partire dal linguaggio usato, che parla di "mettere le mani in tasca agli italiani": l'evasione fiscale consiste nel fatto che alcuni italiani privati mettono le loro mani nelle tasche di altri italiani».

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