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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2012 alle ore 18:00.
L'ultima modifica è del 27 dicembre 2012 alle ore 15:48.

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Il senatore Pietro Ichino in una foto d'archivio (Ansa)Il senatore Pietro Ichino in una foto d'archivio (Ansa)

Il via libera della Santa Sede all'iniziativa di Mario Monti di «salire in politica» arriva con un articolo dell'Osservatore Romano. Un'indicazione che arriva dopo il sostegno espresso dal presidente della Cei Angelo Bagnasco alla candidatura del professore.

Tra le righe del pezzo dal titolo "La salita in campo del senatore Mario Monti", pubblicato dal quotidiano ufficiale della Santa Sede, viene infatti ricordato che l'espressione "salire in politica" rappresenta la sintesi di «un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune».

«Ed è - continua l'articolo - questa domanda di politica alta che probabilmente la figura di Mario Monti sta intercettando o sulla quale comunque il capo del Governo uscente intende legittimamente far leva e che interpella i partiti al di là dei contenuti del suo manifesto politico». Immediata la preplica del Pdl, con Angelino Alfano a rivendicare: «la nostra sensibilità è più coerente con l'impianto dei valori» della Chiesa». «Noi pensiamo - ha aggiunto in un'intervista a Tgcom 24 - che la nobiltà non si giudichi sulla volontà o meno di impegnarsi, la nobiltà nasce dai programmi e dai comportamenti che saranno posti in essere».

Sulla salita in politica di Monti è intervenuto in mattinata anche il leader del Popolo delle Libertà Silvio Berlusconi: «ha ragione di dire che sale perché aveva un rango inferiore a quello di presidente del Consiglio - è stata l'osservazione del Cavaliere -. Io ho detto "sceso in campo" perché avevo un rango superiore».

Dopo "la salita in politica", la trattativa ora è tutta sulla lista unica con il nome di Monti, soluzione data quasi per definitiva al Senato, mentre per la Camera il confronto tra il premier dimissionario e le varie componenti centriste che lo sostengono (da Verso la Terza Repubblica all'Udc, a Fli agli ex Pdl) è in corso, ma le probabilità che alla fine si opti per questa scelta sembrano aumentare di ora in ora. «Al lavoro per un'area di responsabilità nazionale - ha scritto su Facebook il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini -. Ci sarà spazio per tutti coloro che credono nel valore della buona politica e nell'impegno della società civile. Non dovrà esserci spazio per opportunisti dell'ultima ora».

Di certo Monti sta seguendo da vicino la faccenda. «Al Senato - ha rivelato Pietro Ichino, ospite a Tgcom 24 - sarà una lista unica "per l'agenda Monti", perché la legge elettorale per il Senato costringe a questa scelta. Ma so - ha continuato il giuslavorista - che si sta lavorando per arrivare allo stesso risultato per la Camera». La legge elettorale prevede per Palazzo Madama una soglia per la coalizione del 20%, che scende all'8% per la singola lista su base regionale.

L'ipotesi di liste federate tra loro a Montecitorio sembra dunque perdere quota. E in ogni caso, ha voluto sottolineare il senatore ex Pd, passato tra le file dei montiani - «le liste poi saranno passate al vaglio di Monti per evitare che sotto l'agenda Monti si possa riciclare la vecchia politica». Il nome del professore sulla lista, ha poi assicurato Ichino, «ci sarà». L'annuncio dovrebbe arrivare dopo il messaggio di fine anno del Capo dello Stato.

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