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Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2012 alle ore 06:39.

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Il presidente Vladimir Putin ha assicurato che firmerà la legge che proibisce l'adozione di minori russi da parte di cittadini statunitensi, promettendo di rafforzare il sostegno agli orfani.
La legge è stata approvata mercoledì all'unanimità dal Consiglio della Federazione dopo il via libera della Duma, dove era stata presentata come ritorsione per il varo negli Stati Uniti delle misure restrittive contro i funzionari russi coinvolti nel caso di Sergei Magnitsky, l'avvocato che aveva denunciato un clamoroso caso di corruzione. Magnitsky è morto in carcere nel 2009 in attesa di processo.
Il ministro degli esteri Sergei Lavrov si è espresso contro il bando alle adozioni. Per il 13 gennaio, il movimento di opposizione extra parlamentare ha indetto una manifestazione a Mosca in segno di protesta. Contro la legge si è schierato in diretta tv il celebre giornalista Vladimir Pozner, nel suo programma sulla tv nazionale, come pure la nota attrice Chulpan Khamatova. Putin, al contrario, ha affermato ieri che non vede ragioni per non firmarlo e farlo diventare legge. Il capo di Stato ha due settimane per esprimersi sul provvedimento.
Secondo l'Unicef, in Russia circa 740mila bambini sono in attesa di affidamento e negli ultimi 20 anni oltre 60mila sono stati adottati da famiglie degli Stati Uniti.
Sempre ieri, Putin ha promosso vice inviato presidenziale nel distretto federale Nord-Ovest, Oleg Logunov, il secondo nome che appare nella "lista Magnitsky", firmata dal presidente americano Barack Obama per vietare ad alcuni funzionari russi l'ingresso negli Usa.

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