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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2012 alle ore 17:41.
Due pagine e mezzo di precisazioni - un papiro, paragonato con le asciuttissime "note" ufficiali che hanno sempre caratterizzato il Governo dei tecnici - per spiegare che se l'attuazione di molte riforme dell'era Monti segna il passo, le norme da gestire sono comunque una marea («quasi tremila disposizioni»), e che il "ritardo", nel complesso, riguarda "solo" 490 norme che rinviano ad atti secondari (regolamenti ed altri atti amministrativi). Quasi un'aggravante, se lo stesso comunicato rileva che «l'80% delle norme di legge adottate dal Governo» è comunque «auto-esecutiva», cioè «già effettiva e sufficientemente disciplinata». Questa, in sintesi, la replica di Palazzo Chigi all'ultima puntata di Rating 24 pubblicata oggi sul "Sole".
La fine della legislatura «non aiuta» l'attuazione
Le precisazioni del Governo non cambiano la sostanza di quanto rilevato dal "Sole" - «A un anno dal varo della prima riforma », il decreto salva-Italia, «il Governo Monti porta a casa un quarto dei provvedimenti attuativi necessari per dare piena operatività all'impianto complessivo» - ma sembrano piuttosto l'occasione per elencare una serie di "cose fatte", o "praticamente fatte", o "da considerare in pratica fatte" (le elezioni sono vicine). Molte le conferme indirette che l'analisi del "Sole" va nella giusta direzione e registra un problema reale, come dimostrano alcuni passaggi (un po' autocelebrativi) della nota: «la fine anticipata, sia pure di pochi mesi, della legislatura, non aiuta tale attività di completamento e attuazione», o «L'attività di pochi mesi del Governo, anche per l'attività attuativa, dimostra che il possibile è stato fatto e che ancora molto si può fare nei restanti mesi».
La task force per l'attuazione segno che il Governo «si è impegnato»
Non manca un paragrafo che dopo aver citato la task force per l'attuazione voluta proprio da Monti a fine agosto, segno che «Il Governo e i Ministeri si sono impegnati con assiduità nell'attuazione delle norme», spiega, con tanto di esempio, come sia difficile, talvolta, dare attuazione agli atti regolamentari perché per alcuni di questi la legge «può prevedere, secondo i casi, un iter procedimentale anche più lungo e complesso della stessa procedura di legge». Comunque, conclude la nota, la fine della legislatura non deve preoccupare per la sorte dei regolamenti ancora da attuare, perché «vale in generale la considerazione che la potestà regolamentare, a meno che la legge non preveda diversamente, non si estingue e non ha termini di scadenza perentori. I lavori iniziati saranno completati da questo governo e, se non sarà possibile, costituiranno base di attività del prossimo».
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