Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2012 alle ore 14:37.

My24

Un Capodanno da cardiopalma. Rialzi o persino impennate di sollievo. Oppure declini o scivoloni in preda al terrore. È quanto si prepara per Wall Street all'ombra del precipizio fiscale, del Fiscal Cliff che potrebbe essere evitato da accordi in extremis o potrebbe avverarsi, trascinando gli Stati Uniti in una spirale di tagli di spesa e aumenti delle imposte. Se le prossime ore vedranno emergere un adeguato compromesso, gli investitori potranno tirare il fiato, chiudendo il 2012 con i fuochi d'artificio di un tardivo rally di Natale.

Se però la politica fallirà drammaticamente, se la manovra automatica da 600 miliardi scatterà, lunedi' 31 dicembre potrebbe diventare foriero di preoccupazioni per l'intero anno prossimo. In gioco, cioé, potrebbero non esserci solo le oscillazioni dei grandi indici, decine o centinaia di punti in una seduta, ma la fiducia del mercato nella capacità di Casa Bianca e Congresso di arrivare a intese di sostanza al di là del Fiscal cliff, su successivi e necessari risanamenti del debito e politiche di crescita economica. Compreso un innalzamento del tetto del debito federale, che altrimenti potreberre il paese verso il default.

Nella memoria di operatori e trader son ancora freschi gli shock di altre crisi che Washington quasi si lasciò sfuggire di mano. Quella finanziaria del 2008, quando una prima versione del Tarp, il piano di salvatggio delle banche e dell'industria dell'auto, fu bocciata dai leader del Congresso e Wall Street reagì con un crollo. E quella proprio sul tetto del debito federale del 2011, quando le polemiche costarono al paese il declassamento e il Dow Jones arretrò del 19% in 14 sedute e lo S&P 500 del 16 per cento. Ben Schwartz, di Lightspeed Fiancial, riassume gli uomori odierni delle piazze finanziarie: «Se è difficile fare pronostici, una cosa è certa, il mercato è furioso con Washington».

Non mancano barometri oggettivi della frustrazione e della volatilità delle borse mentre si esaurisce il conto alla rivescia sul Fiscal Cliff. Il cosiddetto indice della paura, il Vix, è lievitato del 14% nel corso delle ultime cinque sedute. I future di gennaio sul Vix sono saliti ancor di più, del 23 per cento. E tra i titoli azionari di recente penalizzati ci sono stati quelli dell'energia, compresi colossi del calibro di ExxonMobil, sensibili alla congiuntura economica e quindi all'impatto del dissesto fiscale sull'espansione e ai pericoli di nuove recessione. Gli scenari più negativi vedono per il 2013 anche flessioni superiori al 20% nei profitti aziendali.

Gli investitori sembrano ancora scommettere che un accordo, per quanto rabberciato e provvisorio, venga raggiunto, sufficiente a evitare i primi immediati "colpi" del Fiscal cliff. Un compromesso quantomeno di buon auspicio per ulteriori trattative e nuove intese, di maggior sostanza, nelle prossime settimane, capaci di superare sia il precipizio fiscale che di disinnescare la mina del tetto dell'indebitamento federale. Questo deve essere alzato entro marzo, dall'atuale livello do 16.400 miliardi, per non mettere il Tesoro a rischio di default. «Credo sigleranno un accordo all'ultimo minuto, anche se non sarà risolutivo», ha detto Kate Warne di Edward Jones. Questa speranza, o scommessa del mercato, è stata evidenziata dagli stessi recenti movimenti a Wall Street, fatti di nervosismo e ripetuti declini ma non di cascate di vendite.

Paradossalmente, tuttavia, proprio la cautela finora mostrata dagli investitori moltiplica le incognite per la riapertura delle contrattazioni, lunedi' e nei giorni successivi. «Temo che la Borsa non abbiano messo in conto uno scenario senza alcuna iniziativa», ha ammesso Warne. Il Fiscal cliff minaccia, dunque, di trasformarsi in una trappola: mancate intese, anche solo provvisorie, scuoteranno i nervi dei mercati. Anche un accordo troppo deludente, stando agli operatori, puo' scatenare vendite. Probabilmente non immediate correzioni del 20% con migliaia di punti cancellati dagli indici - riservate a shock più profondi. Ma ugualmente flessioni allarmanti, che gli analisti di Mizuho Securities calcolano tra il 5% e il 7 per cento.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi