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Questo articolo è stato pubblicato il 01 gennaio 2013 alle ore 14:29.

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La banda Innerhofer ha riattaccato la spina allo sci tricolore (Afp)La banda Innerhofer ha riattaccato la spina allo sci tricolore (Afp)

I periodi bui finiscono per tutti, anche per chi non è abituato a salire sul podio in Coppa del mondo. Lo sci azzurro l'ha dimostrato in questa parte iniziale della stagione 2012-2013. Soprattutto nelle gare veloci. Tra giovani promettenti (Dominik Paris e Matteo Marsaglia) e atleti risorti dalle proprie scioline incenerite (Werner Heel), la formula Winnerhofer sta contagiando il gruppo e cicatrizzando le ferite di troppe gare passate senza risultati.

Christof Innerhofer ha rotto immediatamente il digiuno, vincendo a novembre la discesa libera di Beaver Creek quattro anni dopo l'ultimo successo italiano - sempre Innerhofer - in questa specialità, nel 2008 a Bormio. Dicembre si chiude col botto di Dominik Paris, per la prima volta sul gradino più alto nella libera di Bormio, conquistata a pari merito con l'austriaco Hannes Reichelt, appena un centesimo di secondo più rapidi del mostruoso Mazinga Svindal. In mezzo le fiammate di Matteo Marsaglia, primo nel superG di Beaver Creek e secondo in quello della Val Gardena, proprio davanti al ritrovato Werner Heel. È una sana competizione interna.

Sono casi tutti diversi. Innerhofer stava (e ancora sta) combattendo con un pernicioso mal di schiena. Paris e Marsaglia avevano sempre sognato di scalare fin lassù senza mai riuscirci. Heel stava meditando seriamente di storpiare il cognome: Hell avrebbe calzato alla perfezione, tanto le sue gare erano diventate un inferno, complice un mal indovinato cambio di materiali. Sci e scarponi con cui si classificava nelle retrovie dei dannati. Poi è tornato sui suoi passi. Adesso sta di nuovo lì a insidiare i marziani come il norvegese Aksel Lund Svindal. L'ennesimo piazzamento, sesto a Bormio, ha confermato la rinascita.

Così la squadra funziona a meraviglia. Cattiva e frizzante. Un po' come Paris che in tv guarda i Simpsons e di musica ascolta il Death metal. Quella roba che ti spacca i timpani. Quando si corre a più di 100 km orari, bisogna divertirsi. Altrimenti il podio resta una chimera. Al 2013 l'Italia dello sci può chiedere una sola cosa: continuità di rendimento per almeno un paio dei nostri, inseguendo le coppette di specialità. In libera e superG siamo piazzati bene, Paris e Marsaglia entrambi al secondo posto, anche se sarà molto difficile sbullonare Svindal dal piedistallo. Però proviamoci. Oltre allo champagne chiediamo brugole e pinze.

Pure nelle discipline tecniche gli azzurri si stanno comportando bene, con Manfred Moelgg già una volta sul podio, al pari di Davide Simoncelli. Tanti assi da calare, peccato per il blackout della compagine femminile. Finora nessuna delle ragazze in prima fila. Irene Curtoni sta cercando di riattivare la corrente a suon di piazzamenti tra gigante e slalom. Federica Brignone è ancora bloccata dopo l'operazione alla caviglia destra. Denise Karbon e Manuela Moelgg sembrano smarrite. Il nuovo anno ci propone subito un "City event", il parallelo di Monaco di Baviera. Due azzurri al via, Cristian Deville e Stefano Gross. Brindisi cittadino per poi trasferirsi a Zagabria per lo slalom della Befana.

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