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Questo articolo è stato pubblicato il 01 gennaio 2013 alle ore 16:05.

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Dal primo gennaio è partita una vera e propria rivoluzione per i pagamenti. Scattano infatti le nuove regole europee introdotte dal Dlgs 192/2012 su tutte le nuove transazioni commerciali concluse da inizio 2013. A essere chiamata in causa è innanzitutto la pubblica amministrazione che dovrà pagare i propri fornitori entro 30 giorni. O al più potrà arrivare a 60 sono in casi ben individuati. E lo stesso limite riguarderà anche le transazioni azienda-azienda, ma in questo caso il tetto potrà essere superato nel caso ci siano accordi tra le parti che comunque non dovranno essere inique per il creditore.

Pagamenti a 30-60 giorni
Le nuove regole valgono per le transazioni commerciali concluse dal 1° gennaio 2013 in poi e fissano a 30 giorni il termine ordinario che la Pa deve rispettare per pagare. Sono previste comunque delle deroghe: in particolare per asl, ospedali e imprese pubbliche che possono portare a 60 giorni il termine massimo. Ma anche tutte le altre Pa potranno accedere a questa deroga nel caso eccezionale in cui l'eventuale proroga sia giustificata «dalla natura o dall'oggetto del contratto» oppure dalle «circostanze esistenti al momento della sua conclusione». In ogni caso, il nuovo limite dovrà essere pattuito «in modo espresso». Per le imprese invece ci sarà maggiore libertà contrattuale: oltre a concordare l'entità degli interessi moratori potranno decidere, pattuendolo per iscritto, anche di superare la soglia massima dei 60 giorni per pagare

La sanzione degli interessi automatici
Per le amministrazioni pubbliche che non rispetteranno i tempi scatterà la "sanzione" degli interessi legali di mora. Che decorreranno automaticamente dal giorno successivo alla scadenza del termine del pagamento senza che sia necessaria la costituzione in mora (vale a dire la la richiesta scritta al debitore di adempiere all'obbligo). Gli «interessi legali di mora» si calcoleranno prevedendo una maggiorazione di 8 punti percentuali sul tasso fissato dalla Banca centrale europea: in sostanza si aggireranno intorno alla soglia del 10 per cento. Per le imprese invece ci sarà maggiore libertà contrattuale: oltre a concordare l'entità degli interessi moratori potranno decidere, pattuendolo per iscritto, anche di superare la soglia massima dei 60 giorni per pagare.

Il vincolo del patto di stabilità
Quella dei ritardi nei pagamenti è da sempre un'emergenza, soprattutto in questa fase in cui le imprese sono a corto di liquidità. In particolare, a essere penalizzate sono le piccole aziende, costrette ad aspettare in media circa 180-190 giorni per essere pagate dalle Pa (anche la Grecia fa meglio: 174 giorni), con punte record al Sud dove si superano anche i 1.500 giorni. Nonostante le nuove regole europee che prevedono sanzioni più certe rispetto al passato resta comunque intatto il rischio che a onorare la fattura entro due mesi al massimo siano solo in poche amministrazioni, come già accadeva per le regole sui tempi di pagamento del passato. L'ostacolo più importante continua a essere rappresentato dal Patto di stabilità, che è all'origine di molti dei ritardi accumulati soprattutto da Comuni e Province. Anche se la legge di stabilità ha previsto un allentamento per gli enti territoriali con 1,4 miliardi di risorse disponibili che dovrebbero sbloccare una quota equivalente di pagamenti in conto capitale.

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