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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2013 alle ore 07:54.
L'ultima modifica è del 02 gennaio 2013 alle ore 21:16.

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Nella foto Salvatore Girone (a sinistra) e Massimiliano Latorre al loro arrivo all'aeroporto di Ciampino il 22 dicembre scorso (Ansa)Nella foto Salvatore Girone (a sinistra) e Massimiliano Latorre al loro arrivo all'aeroporto di Ciampino il 22 dicembre scorso (Ansa)

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani accusati dalle autorità indiane di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala, sono rientrati nell'albergo di Kochi dove vivono in stato di libertà vigilata dietro cauzione da quasi un anno in attesa dei pronunciamenti della giustizia indiana.

«Ritorniamo in India rispettando la parola data, fiduciosi nella giustizia», hanno dichiarato i due fucilieri italiani del San Marco, ripartiti per l'India come previsto dall'accordo tra l'Italia e il Paese asiatico perché potessero passare il Natale con le proprie famiglie. Ieri mattina si erano recati in Procura, a Roma, per essere interrogati, in qualità di indagati, dal pubblico ministero Elisabetta Ceniccola, titolare del procedimento aperto in Italia per omicidio volontario.

Tra i primi appuntamenti che li attendono, dopo le formalità burocratiche al Commissariato di polizia di Kochi e la restituzione della garanzia bancaria di 826mila euro, c'è quella del 15 gennaio con il tribunale di Kollam.

È il tribunale che ha istruito il processo e che continua a rinviare l'inizio del dibattimento. I giudici attendono il giudizio superiore della Corte Suprema di New Delhi a proposito del ricorso italiano sulla giurisdizione internazionale da applicare al reato, avvenuto al di fuori della acque territoriali indiane e con il coinvolgimento di personale militare in servizio anti pirateria su una petroliera italiana.

I due fucilieri di Marina del reggimento San Marco sono accusati di avere ucciso, lo scorso 15 febbraio, due pescatori indiani nel corso di una missione anti-pirateria che stavano svolgendo a bordo della Enrica Lexie, una petroliera italiana in navigazione tra Singapore e l'Egitto. L'incidente è avvenuto al largo delle coste indiane quando l'imbarcazione con a bordo i due pescatori si sarebbe avvicinata troppo alla nave italiana senza rispondere agli avvertimenti lanciati dai militari a bordo.

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