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Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2013 alle ore 08:11.

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MILANO
Il nuovo redditometro non convince i professionisti. Le perplessità sono diverse: dalla retroattività alla difficoltà di archiviare scontrini e fatture, fino alla validità dei parametri.
Proprio su questo punto Marina Calderone, presidente dei consulenti del lavoro e del Cup, esprime le sue riserve: «La lotta all'evasione fiscale è sacrosanta e va sostenuta – spiega – ma con eguale forza va combattuto il principio che in Italia esistano solo evasori. Siamo dunque tendenzialmente favorevoli a strumenti come il redditometro che però dovrà essere utilizzato applicando parametri credibili, che impediscano il ripetersi di episodi incomprensibili in cui sono rimasti coinvolti in questi anni anche pensionati e lavoratori dipendenti». Secondo Calderone «è necessario abbandonare ogni deriva presuntiva, che in questi ultimi tempi ha prevalso nella normativa tributaria. Speriamo che il ritorno a un tipo di accertamento non presuntivo restituisca maggiore serenità al rapporto tributario». Sarà fondamentale in tal senso capire quali saranno gli effetti del contraddittorio. «Si dovrà dare – suggerisce il presidente dei consulenti del lavoro – grande valenza a quanto dichiarato e dimostrato dal contribuente».
Ben vengano, secondo Riccardo Alemanno, presidente dell'Int (Istituto nazionale tributaristi), i controlli mirati a stanare il reddito nascosto. «Ma la preoccupazione maggiore riguarda la vita dei contribuenti, che rischia di complicarsi. Conservare e archiviare le ricevute non sarà comodo, e in più c'è il problema dei tempi che il fisco lascerà al cittadino per recuperare questi documenti».
Secondo Alemanno, l'ideale sarebbe un'applicazione elastica dello strumento in modo da lasciare al contribuente più tempo per recuperare scontrini e fatture in caso di accertamento. «Sono contrario alla caccia alle streghe – spiega il presidente dell'Int – e mi auguro che non venga chiesto conto anche di piccole spese o di piccoli prelevamenti dal conto corrente». Per Alemanno, oltre alla lotta all'evasione bisognerebbe attuare una «sburocratizzazione». «Inoltre – commenta – i contribuenti dovrebbero iniziare a vedere dei vantaggi, oltre agli obblighi. Chi semina poi vuole raccogliere».
A non convincere Marco Cuchel, presidente dell'Anc (Associazione nazionale commercialisti), è il fatto che il redditometro sia uno strumento induttivo. «Anche se è stato affinato – spiega – non può essere esaustivo e quindi rischia di non essere preciso». Per Cuchel il redditometro può essere una modalità investigativa, ossia «può far scattare un campanello d'allarme che poi però deve prevedere indagini approfondite sul singolo caso».
In più, l'associazione nazionale commercialisti contesta la retroattività dello strumento: «In uno stato di diritto – sottolinea Cuchel – non dovrebbe essere così, e va contro lo statuto del contribuente». Il rischio, secondo il presidente dell'Anc, è che per paura dei controlli le famiglie ridurranno ulteriormente i consumi frenando la ripresa economica del Paese.
francesca.milano@ilsole24ore.com
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Le reazioni/1
Marina Calderone Presidente consulenti del lavoro
«Bisogna utilizzare parametri credibili»
Riccardo Alemanno Presidente Int
«Difficile per il cittadino conservare le ricevute»
Marco Cuchel Presidente Anc
«Uno strumento induttivo non può essere preciso»

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