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Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2013 alle ore 16:11.

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Non c'è solo il precedente del 2008, quando otto italiani scomparvero a bordo di un aereo vicino alle isole venezuelane di Los Roques. Sulla rotta maledetta, su cui volava anche l'aereo di Vittorio Missoni e altri tre connazionali finiti ieri nel nulla, un altro caso simile si verificò nel 1997: il 2 marzo di quell'anno un Cessna 402 con a bordo due coniugi veneti, Mario Parolo e Teresa de Bellis, partito da Caracas e diretto a Los Roques non è mai arrivato a destinazione.

Dei due italiani, che viaggiavano insieme ad altri tre passeggeri, non si seppe più nulla. In un'interrogazione parlamentare dell'epoca, la Lega Nord affermò che i resti dell'aereo non furono localizzati e che durante le ricerche fu trovato il cadavere di un australiano, morto, in base all'autopsia, non per annegamento ma di morte violenta. Il deputato Enrico Cavaliere ipotizzò dunque, oltre all'ipotesi dell'incidente, anche quella di «un atto di pirateria aerea compiuto da organizzazioni di narcotrafficanti venezuelani».

Spuntano infine due episodi simili nel 2004 e 2006. Nel primo caso scomparve un Beechcraft Bonanza, guidato da Antonio Buzzi: a bordo anche le due figlie, Barbara e Betty, e il genero Franco Rosetta. Nel 2006 scomparve invece un Cessna: a bordo Franco Rotunno Diaz, Vincenzo Efrain Rotunno Oteiza e Gabriel Venturi Ariza. I resti del velivolo vennero ritrovati mesi dopo, nessun superstite.

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