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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2013 alle ore 08:11.

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«Flight to quality». Nel gergo degli operatori questo termine viene usato per definire un'ondata di vendite su asset considerati rischiosi (come le azioni o i bond ad alto rendimento) accompagnata da forti acquisti sui cosiddetti «beni rifugio», come i Bund tedeschi o i treasuries americani. Questo fenomeno ha avuto proporzioni devastanti nelle fasi più acute della crisi dei debiti sovrani innescando l'impennata degli spread dei paesi periferici come Italia e Spagna. Da diversi mesi a questa parte il «flight to quality» si è esaurito alimentando, per contrasto la cosiddetta «propensione al rischio». Un trend di mercato che ha subito una forte accelerata nella settimana appena conclusa sulla scia di una serie di eventi.

Tra questi il più importante è stato sicuramente lo sblocco del nodo del "Fiscal Cliff" negli Stati Uniti. E poi, sempre da oltreoceano, i positivi dati sul mercato del lavoro di dicembre e le indicazioni emerse dai verbali dell'ultimo direttivo Fed, dai quali è emersa la volontà di diversi banchieri centrali di rallentare o interrompere, già entro l'anno, la politica ultraespansiva adottata finora. Una notizia che ha innescato forti vendite su «asset rifugio» come i Treasuries e i Bund.

Tutto ciò ha avvantaggiato notevolmente le quotazioni dei titoli italiani e spagnoli che hanno sperimentato una nuova forte attenuazione degli spread con gli analoghi tedeschi. Il BTp a due anni, per citare il caso più lampante, ha visto il suo rendimento calare in una settimana di 32 punti base (il maggior ribasso da settembre) attestandosi all'1,68 per cento. Nello stesso lasso di tempo, il decennale ha visto il suo tasso passare dal 4,5 al 4,26 per cento con lo spread piombato a quota 272 sui livelli di agosto 2011.

In questa situazione decisamente favorevole, il Tesoro si ripresenta questa settimana sul mercato primario con un'asta a 12 mesi, giovedì, e una a medio-lungo termine, venerdì. L'ammontare di queste due operazioni sarà comunicato rispettivamente domani e martedì. Questi due appuntamenti saranno i primi di una serie di mosse previste per il primo trimestre, periodo in cui andranno a scadenza titoli per oltre 80 miliardi di euro stando agli ultimi dati pubblicati sul sito del dipartimento del Tesoro. Questi debiti verranno rifinanziati solo in parte secondo Nomura che stima collocamenti per 62 miliardi in questo lasso di tempo. Tra i collocamenti di maggior peso ci sarà sicuramente un nuovo BTp decennale per un minimo di 12 miliardi di euro, e un Ctz con scadenza dicembre 2014 per un importo minimo di 9 miliardi.

Non è escluso peraltro che il Tesoro voglia approfittare del clima particolarmente favorevole sui mercati per anticipare delle emissioni. Almeno prima delle prossime elezioni politiche, appuntamento che, prevedibilmente, riporterà una certa volatilità sul debito italiano. Gli analisti di Credit Suisse in un recente report scrivono che i titoli italiani sono trattati a forte sconto, soprattutto rispetto a quelli di altri Paesi come Francia o Belgio. Una visione positiva che è accompagnata tuttavia da una certa cautela, proprio in vista dell'appuntamento elettorale. Tuttavia - stando ai sondaggi - la «vittoria di partiti anti-europeisti» che gli analisti citano come possibile evento negativo è relativamente improbabile. Il rischio semmai potrebbe essere quello di una maggioranza instabile che, con l'attuale legge elettorale, bisogna mettere in conto. «Al netto di sorprese elettorali - commenta Angelo Drusiani, gestore di Banca Albertini Syz - sono comunque convinto che il processo di "normalizzazione" degli spread continuerà anche nei prossimi mesi e non escludo che, a quel punto, il differenziale BTp-Bund possa scendere sotto quota 200 punti».

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