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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2013 alle ore 08:11.

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Nella foto Giorgio Di Centa (Ap)Nella foto Giorgio Di Centa (Ap)

Avete presente i vecchi leoni? Quegli atleti che hanno vinto tanto, anzi tantissimo, e anche se non sono più dei ragazzini continuano a piazzarsi nelle parti alte della classifica. L'Italia degli sport invernali ne conta almeno due: il primo è Giorgio Di Centa, anni 40, il principale salvagente dei colori azzurri nel Tour de Ski che si è chiuso in Val di Fiemme. Ottavo dopo sette tappe corse tra Germania, Svizzera e lo Stivale, 90 km complessivi. La scalata finale sull'Alpe del Cermis, con partenza scaglionata secondo i ritardi accumulati nei giorni precedenti, ha incoronato il russo Alexander Legkov, davanti allo svizzero Dario Cologna.

L'altro leone è Armin Zoeggeler, il re dello slittino, anni 39 appena compiuti, secondo nella gara di Coppa del mondo a Sigulda a metà dicembre, settimo ieri a Koenigssee. Con la sorpresa del primo podio per Dominik Fischnaller, terzo a 19 anni, esattamente come fece il suo capitano di squadra nel ‘93. Perché Zoeggeler e Di Centa condividono un ruolo simile, d'inesauribili draghi sputafuoco, di maestri sempreverdi per i vivai del ghiaccio e della neve, che ci siano budelli da mordere con la slitta o chilometri da macinare sugli sci stretti.

In due hanno un forziere da capogiro: tre medaglie olimpiche e quattro iridate, più 27 podi in Coppa del mondo, per Di Centa. Ancora più cannibale Zoeggeler, capace di conquistare cinque allori olimpici e 16 ai Mondiali, di salire su 97 podi individuali in Coppa del mondo con 54 vittorie, alzando ben dieci volte la sfera di cristallo, l'ultima nel 2011. E queste giovani leve? C'è Fischnaller candidato a recuperare il pesantissimo testimone di Zoeggeler. Nel fondo abbiamo più cartucce. Tutte devono imitare il mastino Di Centa. Ha sfiorato un colpo da bronzo nella prova di 15 km sempre in Val di Fiemme. Nel complesso ha tenuto a galla la squadra, perché Roland Clara s'è soltanto consolato con il terzo miglior tempo nella tappa massacrante del Cermis.

Clara sfortunato a cadere il secondo giorno a Oberhof, rompendo un bastoncino e accumulando un ritardo che ha influenzato il resto del suo Tour. Intanto qualcuno scalpita, soprattutto il ventiquattrenne Dietmar Noeckler; Federico Pellegrino (22 anni) è giunto secondo nello sprint svizzero in Val Müstair. In campo femminile, la prima azzurra è Debora Agreiter, ventiduesima in una competizione dominata per la quarta volta consecutiva dalla polacca Justyna Kowalczyk. Insomma è dura svecchiare sci e slittini.

Nuove fiammate tardano ad arrivare anche tra le porte strette dello sci alpino. Sulla carta, il gruppo di slalom è fortissimo. Ancora senza podi, però. Stefano Gross c'è quasi riuscito, sei centesimi l'hanno separato dalla terza piazza nella gara di Zagabria. Manfred Moelgg, settimo, ha confermato la costanza di rendimento. Cristian Deville ha continuato invece a pasticciare, mentre Giuliano Razzoli s'è ritirato per dolori alla schiena. Mancano tre appuntamenti (Adelboden, Wengen e Kitzbuehel) prima dei Mondiali. Basta calcoli, l'ha detto Claudio Ravetto, direttore agonistico del settore maschile. Servono impegno e belle gare, piuttosto che quarti e quinti posti senza acuti.

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