Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2013 alle ore 15:04.

My24
(Ansa)(Ansa)

Parla l'italiano meglio di moltissimi colleghi nati e cresciuti all'ombra del sole tricolore. Non alza mai la voce per sottolineare presunti torti arbitrali di cui sarebbe stata vittima la sua squadra. Non si nasconde dietro la retorica vuota e soporifera tanto cara ai tecnici che non vogliono scontentare nessuno («Andiamo a prendere la Juve», ha detto alla ripresa del campionato), ma allo stesso tempo, e qui sta la virtù che spesso fa la differenza fuori e dentro il campo, dimostra un'umiltà e una disponibilità verso il prossimo che spinge al sorriso e all'applauso anche i tifosi avversari.

Vladimir Petkovic, il "signor nessuno" come è stato definito al suo arrivo in Italia, sta traghettando la Lazio verso i piani nobili della classifica con le capacità che sono generalmente riconosciute ai grandi allenatori.

25 punti incassati all'Olimpico, frutto di 8 vittorie e 1 pareggio, il miglior raccolto della Serie A, meglio della Fiorentina (ferma a 23 punti) e della Juventus (a quota 22 dopo il ko di ieri contro la Sampdoria), 14 quelli guadagnati in trasferta, con l'ultima sconfitta che risale al 4 novembre scorso (4 a 0 in casa del Catania). Per un totale complessivo di 39 punti in 19 giornate, vale a dire la miglior prestazione di sempre dei biancocelesti da quando ci sono i tre punti.

Dopo il successo di sabato, a onor del vero sofferto più del prevedibile, contro il Cagliari, e grazie ai tonfi invece assolutamente inattesi della Juve e della Fiorentina, ora la Lazio di Petkovic è seconda in classifica in solitaria a meno cinque dalla corazzata schiacciasassi di Conte. Non è una rivoluzione, ma poco ci manca.

Il direttore sportivo del Sion - club che il tecnico di Sarajevo ha frequentato per un paio di mesi la scorsa stagione, il tempo di condurlo alla salvezza nello scontro decisivo contro l'Aarau – non aveva dubbi: «Petkovic è come Zeman, ama il gioco offensivo e palla al piede. La difesa? Così così, lui preferisce giocare all'attacco». Convinzione errata o incompleta. È sufficiente guardare i numeri della prima parte della stagione biancoceleste per capire che le cose stanno diversamente. La Lazio è ottava nella speciale classifica dei gol segnati e terza per gol subìti. Come dire, non segna moltissimo, ma in compenso ha un sistema difensivo che le permette di contenere al meglio gli assalti delle squadre avversarie. Altro che Zeman. Petkovic non è allenatore da assalti all'arma bianca. Preferisce la saggezza all'impeto. Da qui, la scelta del modulo, che non è mai fine a se stessa, perché è frutto di un'analisi attenta e approfondita dell'impegno in calendario.

Pazienza, equilibrio, comprensione e umiltà, ecco le qualità che fanno di Petkovic l'uomo della provvidenza laziale. Un po' come Sven Goran Eriksson, che a Roma, sponda Lazio, confezionò stagioni memorabili, per risultati e traguardi. Simile l'approccio, contenuto, rispettoso ma pure straordinariamente pragmatico, simile l'intendimento, la prospettiva. Nel campionato 1999-2000 la Lazio dello svedese vinse in rimonta uno scudetto che sembrava ormai assegnato alla Juventus, 72 punti a 71, il trionfo e la disperazione che prende forma negli ultimi 90 minuti di gioco sull'asse Torino-Roma.

In quella squadra macinavano calcio campioni da copertina come Veron, Nedved, Nesta, Mancini, Stankovic, Mihajlovic, soltanto per citare i più noti. Come dire, l'impresa era comunque difficile, ma certo non impossibile. Nella Lazio di Petkovic le prime donne si contano invece sulle dita di una mano. Ci sono Klose, Ledesma, Hernanes, con Candreva e Mauri un passo (forse due) indietro, ma è evidente che sia un'altra storia. Eriksson era al volante di una fuoriserie. Petkovic ha tra le mani una station wagon a cui è stato inserito un motore da Formula 1. Un esperimento riuscito, il suo, da raccontare a tutti coloro, e sono sempre meno, che non credono che anche nel calcio le favole si possano avverare. Il "signor nessuno", il presidente Lotito gongola e applaude, è salito in cattedra.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi