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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2013 alle ore 12:53.

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Free sperimenta il filtraggio della pubblicità che appare sui siti web: all'inizio dell'anno il fornitore francese di accesso a internet ha varato una barriera anti-promozioni, attivata in modo predefinito per gli abbonati al servizio Freebox Revolution. Semplificando, gli utenti hanno visto scomparire i rettangoli delle inserzioni commerciali dagli spazi online. Potevano decidere in un secondo momento di rimuovere l'opzione del blocco selettivo, attraverso un pannello di controllo. Da questa mattina, invece, è scattata una modifica: la diga per evitare la pubblicità è a scelta degli utenti e non più stabilita a priori, come in precedenza.

Da tempo Free ha ingaggiato una battaglia con aziende come Google che distribuiscono sul web contenuti (sono gli "over the top"), ma occupano preziosa banda per il traffico dati che costa agli internet provider.
A scoprire il filtro selettivo sono stati gli utenti che navigano attraverso il modem adsl Freebox Revolution. Secondo alcune stime Free ha 5,2 milioni di abbonati: la decisione improvvisa ha sollevato un'ampia discussione tra blogger e siti online d'informazione. Da anni gli annunci commerciali sul web possono essere rimossi dalla visualizzazione attraverso browser con molti strumenti, come ad esempio estensioni software ad hoc. Il metodo scelto da Free è più radicale: influenza cosa viene visto da chi è connesso ai suoi modem attraverso qualsiasi dispositivo, per esempio un personal computer o un tablet. È una decisione che penalizza anche i piccoli siti web sostenuti dalla pubblicità.

Già a dicembre Free aveva iniziato un colloquio con Google per trovare un accordo sul consumo di banda alimentato da YouTube, in particolare durante i momenti di picco del traffico dati. Inoltre non sono andati in porto i negoziati alla conferenza Wcit dell'Itu che aveva in agenda un confronto con gli "over the top".

In giornata il ministro dell'economia digitale Fleur Pellerin ha osservato a proposito della scelta di Free che il blocco è poco compatibile con l'idea di una rete internet libera e aperta. La prossima settimana è previsto un incontro con l'authority francese delle telecomunicazioni, Arcep, per valutare quali sono state le modalità operative nel filtraggio delle inserzioni commerciali. A fondare l'internet provider che ha richiamato l'attenzione del pubblico online e degli "over the top" è stato Xavier Niel: ha scommesso su offerte low cost per competere con altri rivali in Francia.

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