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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2013 alle ore 07:54.

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Aspettavano la sosta per ricaricare le batterie, ma non a tutti le vacanze hanno fatto bene. Il turno post natalizio non ha tradito le attese e, come spesso accade, ha scombinato le carte al campionato. Che brutta la Juve, che involuzione l'Inter, che inciampo la Fiorentina! L'unica squadra che ha fatto strabuzzare gli occhi per l'ottimo stato di forma al rientro è il Napoli che con un super Cavani ha stracciato la Roma.

Nel segno della continuità , però, è la Lazio a volare più in alto, più vicina alla Juve, a -5. Ancora una volta a fari quasi spenti, ancora senza effetti speciali, la squadra di Petkovic non gioca una gran partita ma la vince in rimonta sul Cagliari. La porta di Agazzi sembra stregata per i biancocelesti che colpiscono anche due legni prima di subire il gol di Sau che sblocca la partita. Poi, all'improvviso, ecco la reazione da grande squadra ridisegnata in versione 3-4-3 dal suo tecnico. Konko è fortunato a trovarsi al posto giusto e in scivolata infila in rete sugli sviluppi di un corner. Il Cagliari si infuria quando 5' dopo Klose viene atterrato in area. Rigore ed espulsione per il portiere ospite che viene seguito a ruota da Cossu, cacciato per proteste.

Candreva dal dischetto trasforma e la Lazio è lì, senza troppi proclami, in attesa di vedere che succede. E che succede? Succede che la Juve dei record si presenta in campo trasfigurata. Allo Juventus Stadium il mattatore è Delio Rossi, il nuovo tecnico della Sampdoria, che mette in vetrina la sua "versione blucerchiata", una versione che funziona a meraviglia con il ritorno di Palombo reinventato difensore centrale. Il pubblico bianconero è incredulo. Neppure nel suo miglior momento la Juve appare rassicurante. Che sia una giornata no lo si intravede nonostante il vantaggio maturato su rigore, concesso per un fallo di Berardi su Marchisio e trasformato da Giovinco. Troppi errori, troppa superficialità, il pari della Samp viene annullato per una carica su Buffon ma qualcosa non gira. Per esempio il nuovo acquisto Peluso, forse troppo prematuramente gettato nella mischia, ma in generale la condizione atletica è mediocre anche con un uomo in più per l'espulsione di Berardi e persino il portierone azzurro si concede una pausa di troppo. Suo l'errore che non ti aspetti sul primo gol di Icardi ma anche sul raddoppio del blucerchiato, conclusione sotto la traversa sul primo palo, qualcosa di più si poteva fare. Resta l'amarezza di una traversa colpita da Vucinic e l'infortunio al ginocchio di Marchisio, meno grave del previsto ma che costringerà il centrocampista a uno stop di almeno un paio di settimane. Dietro alle prime rispunta anche il Napoli.

Con la Roma finisce in goleada: 4-1 e la squadra di Mazzarri si piazza a quota 37 (in attesa dell'appello che potrebbe ridurre o annullare i due punti di penalizzazione). Un risultato non particolarmente sincero per quanto di buono è riuscita a mostrare anche la Roma, ispirata ancora da un grande Totti. Ma la differenza l'ha fatta ancora una volta il fiuto del Matador Cavani. Tre gol per lui e una partita di grande corsa e grande sacrificio. L'oggetto dei desideri di qualunque squadra insegua un top player. Il re dei cannonieri (16 gol) infila Goicoechea alla prima occasione lanciato da Pandev. Sul fronte opposto De Sanctis para tutto e Cavani fa il bis a inizio ripresa e il tris a metà tempo. Poi reclama anche un rigore ma in quell'occasione è bravo il portiere romanista a intervenire sulla palla. La Roma tiene aperta la gara con il gol di Osvaldo ma Maggio la chiude alla prima occasione.

Tra le vittime illustri della Befana c'è anche l'Inter che crolla miseramente alle 12.30 al Friuli, infilzata come uno spiedino dall'Udinese di Totò Di Natale, autore di una doppietta. 3-0 e una scia di polemiche per un rigore non assegnato a Palacio. Ma la vittoria degli uomini di Guidolin è netta quanto l'involuzione degli uomini di Stramaccioni. Sorprese finite?

Macche. Ecco servita sul piatto la vittoria del Pescara di Bergodi che, pur subendo per buona parte della gara l'iniziativa della Fiorentina, azzecca un uno-due di rimessa che lascia di sasso Montella e i suoi. Tutta manna in chiave salvezza ma tutta manna anche per il Milan che a fatica si impone sul Siena a San Siro. La rincorsa ha portato i rossoneri a quota 30 e col fatto che le inseguitrici della Juve inciampano in continuazione, tutto diventa possibile e un piazzamento in Europa sarebbe stato un traguardo impensabile solo un paio di mesi fa. In coda il Genoa vince sul Bologna e scavalca Cagliari e il Palermo battuto dal Parma. Bene anche il Chievo che si impone su un'Atalanta poco lucida.

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