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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2013 alle ore 06:38.

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ROMA
Le reazioni al Governance Poll 2012 sembrano dare a ragione ancora una volta al poeta britannico John Keats. Che un paio di secoli fa scriveva: «La vittoria ha tantissimi padri, la sconfitta è orfana». Tra i governatori e i sindaci usciti malconci dalla rilevazione di Ipr Marketing per Il Sole 24 ore è già partita la corsa ad addossare ad altri, in primis al Governo, la colpa del calo di consensi. Tanto a destra quanto a sinistra. Mentre gli amministratori premiati dal sondaggio pubblicato ieri su questo giornale non nascondono la soddisfazione per il risultato ottenuto.
C'è chi l'affida di buon mattino ai social network. Come il governatore della Toscana, Enrico Rossi, che sulla propria pagina facebook commenta così il 59% di consensi censiti (con un aumento dell'1% rispetto a un anno fa, ndr): «Siamo i primi tra i presidenti di Regione, per il Sole 24 Ore. Grazie: fa piacere e aiuta». E, più o meno in contemporanea, affida a twitter lo stesso messaggio indicando nella «passione» la nota distintiva della sua avventura politica.
E c'è chi opta per i canali tradizionali. È il caso del sindaco più amato dagli italiani, il salernitano Vincenzo De Luca. Che al sito dell'Anci e alle agenzie di stampa svela il segreto del suo successo, confermato dal 72% di giudizi positivi: «Dico sempre quello che penso – spiega De Luca – e credo di essere apprezzato per il mio modo di essere diretto e sincero». Soffermandosi poi sulle difficoltà con cui un primo cittadino deve confrontarsi: «È molto difficile in questa fase far quadrare i conti – dice l'esponente del Pd – stiamo facendo salti mortali e devo dire che è un vero miracolo se riusciamo a garantire i servizi sociali, ai quali tengo in particolar modo. Nonostante ciò riusciamo ancora a reggere».
Più legato alla vecchia comunicazione 1.0 è anche Leoluca Orlando che con il suo 71% si guadagna la piazza d'onore tra i sindaci. Il primo cittadino di Palermo manda un augurio a tutti i suoi colleghi, a prescindere che siano o meno presenti in classifica. «Le amministrazioni comunali – sottolinea Orlando – sono oggi il baluardo di una presenza istituzionale a fianco dei e per i cittadini mentre scellerate politiche antisociali a livello nazionale scaricano proprio sugli enti locali e sulle fasce sociali più deboli i costi della crisi».
Toni e accenti che tornano con ancora più convinzione nelle parole degli amministratori in difficoltà. A cominciare dal sindaco capitolino Gianni Alemanno che attribuisce il calo generalizzato di consensi alle «tante scelte sbagliate del Governo che sono ricadute sulle nostre spalle». E il suo pensiero va innanzitutto all'Imu. «Quanti cittadini – si chiede l'esponente del Pdl – hanno realmente capito che l'Imu è stata imposta dal Governo Monti e noi non incassiamo un euro da quella tassa?». Passando ad analizzare il proprio risultato, Alemanno non drammatizza il 50% attribuitogli da Ipr Marketing (- 4% rispetto a un anno fa). Giudicandolo anzi «una buona base di partenza per affrontare e vincere la sfida elettorale del prossimo maggio».
Argomentazioni simili si registrano anche tra le fila del centrosinistra. «Non mi sono mai appassionato ai sondaggi e alle classifiche, dunque non mi lascio condizionare, poiché i dati vanno sempre contestualizzati. Non l'ho fatto durante la campagna elettorale e non lo faccio nemmeno oggi», è la premessa da cui parte il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che aggiunge di essere pronto a «mettere la firma» per mantenere da qui in avanti il 59% del Governance Poll 2012 (-11% rispetto al 2011). De Magistris si lascia poi andare a un affondo nei confronti dell'Esecutivo: «Gli enti locali e il Comune di Napoli in particolare hanno pagato un taglio nel trasferimento delle risorse, da parte dello Stato, che ha compromesso la stessa tenuta democratica di cui le amministrazioni locali sono il primo riferimento».
Tornando ai governatori va infine registrato l'aplomb con cui il friulano Renzo Tondo accoglie il primato per la diminuzione più sensibile (-7% rispetto alla rilevazione precedente) tra i presidenti di Regione. «Come detto in altre occasioni più favorevoli – scrive in un tweet l'ex esponente del Pdl – mai esaltarsi, mai deprimersi. Proseguire su riforme e spiegarle». Mentre il ligure Claudio Burlando (Pd) preferisce affidarsi a una metafora calcistica per commentare il suo quinto posto in graduatoria alle spalle di Enrico Rossi (Toscana), Luca Zaia (Veneto), Vasco Errani (Emilia Romagna) e Gian Mario Spacca (Marche). «Il quinto posto vuol dire più o meno Europa League che ormai è una coppa non più di prima fascia».
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