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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2013 alle ore 17:11.

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NAPOLI - Tornano i rifiuti in strada a Napoli. Sono 115 le tonnellate che giacciono sulle strade comunali, sopratutto nell'area orientale (centro direzionale) e in quella occidentale.
La società di raccolta e smaltimento Asìa ha incrementato il servizio, dopo che nel periodo delle festività natalizie si è manifestato l'inizio di una nuova crisi. Intanto si cerca anche di svuotare il deposito temporaneo, ex Icm, gestito, appunto, da Asìa. Ieri il sindaco Luigi de Magistris aveva chiarito che la situzione di crisi è stata determinata dalla «chiusura anticipata di alcuni impianti a Capodanno per una serie di guasti». Le piazzole degli Stir si sono riempite, così il sito di stoccaggio temporaneo. Si teme che la situazione possa aggravarsi anche perchè l'inceneritore di Acerra ha annunciato tra un mese la chiusura per manutenzione. Una parziale soluzione è rappresentata dalla nave per l'Olanda che sta per attraccare nel porto di Napoli dove caricherà circa 4mila tonnellate di rifiuti.

Il sindaco de Magistris
Il sindaco di Napoli ieri ha messo in guardia da «qualche tentativo di speculare sui rifiuti in campagna elettorale. Gli interessi criminali – ha detto – sono sempre in agguato». Oggi de Magistris ha annunciato che «il 2013 deve essere l'anno dell'impiantistica alternativa per lo smaltimento dei rifiuti: uno dei due impianti previsti in città vorrei che venisse realizzato già nel corso di quest'anno». Le gare per entrambi gli impianti partiranno a breve.

La relazione del ministero della Salute
Viene presentata ad Aversa dal ministro della Salute Renato Balduzzi la Relazione finale sulla «Situazione epidemiologica della regione Campania ed in particolare delle province di Caserta e Napoli, con riferimento all'incidenza della mortalità per malattie oncologiche». Da questa emerge che in Campania è più alto il numero di malati di tumore rispetto al resto d'Italia e tra i malati è maggiore la mortalità. Ma il ministero non rileva un nesso di causalità con le emergenze rifiuti e con la presenza sul territorio di sostanze tossiche smaltite illegalmente. Un'affermazione che ha suscitato polemiche da parte di ampie frange della comunità scientifica e dei medici campani. Giunto ad Aversa il ministro della Salute è stato accolto da esponenti dei comitati di Chiaiano, del Movimento 5 Stelle, dei Medici per l'ambiente e di Insorgenza civile che lo hanno duramente contestato.

Il gruppo coordinato da Giuseppe Ruocco, direttore generale della prevenzione del ministero, era stato costituito nel luglio scorso proprio per verificare la connessione tra i morti per tumore nella area e i fattori ambientali, in particolare quelli relativi alla gestione dei rifiuti e ai roghi tossici. Ha lavorato esaminando i dati già disponibili. In realtà nelle conclusioni dello studio si propone di dare il via a ulteriori indagini epidemiologiche su piccole aree con forti sospetti.

In particolare, tra Napoli e Caserta, si è accertato che si muore prima che in altre regioni italiane e infatti l'attesa di vita alla nascita è inferiore di due anni rispetto a quella di chi nasce nelle Marche, dove i cittadini hanno la speranza di vivere più a lungo. Per quanto riguarda i tumori maligni nel loro complesso, la mortalità in Campania tra gli uomini è superiore ai valori dell'intera Italia per il contributo delle province di Caserta (solo per gli uomini) e di Napoli (per entrambi i generi), con tassi particolarmente elevati per tumori di fegato, laringe, trachea-bronchi e polmone, prostata, vescica (nelle donne solo del fegato, della laringe e della vescica). E soprattutto in Campania si viene colpiti dal cancro ai polmoni in maniera significativamente superiore che nel resto d'Italia.

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