Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2013 alle ore 17:44.

My24

PALERMO - La parola d'ordine ormai frequente è: stop. Da Palermo ad Agrigento, dal messinese al catanese, il sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani è ormai al collasso. Non ci sono soldi per sostenere le spese per la raccolta e lo smaltimento e dunque, dopo mesi stremanti di attesa, gli operai incrociano le braccia. C'è, è vero, un caso Palermo, considerato che l'Amia retta da tre commissari e tecnicamente fallita (è in corso la valutazione sul concordato presentato dal liquidatore Baldassare Quartaro) in più di un'occasione non è riuscita a garantire il servizio: nel periodo festivo, per esempio, la città si è ritrovata di nuovo sommersa dai rifiuti. Ma c'è soprattutto un problema complessivo cui l'Assemblea regionale ha provato a porre rimedio approvando all'unanimità a fine 2012 una legge che poi è la riforma della riforma: in questo caso si punta sui Comuni per provare a garantire efficienza al sistema.

Una norma che il presidente della regione Rosario Crocetta ha salutato con entusiasmo, parlando di grande riforma ma che non piace agli stessi Comuni, considerato che lo stesso presidente dell'Anci Sicilia, Giacomo Scala, ha pubblicamente bocciato l'articolato varato dal parlamento regionale. Critiche sono state espresse anche da Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia che teme un ritorno indietro di vent'anni e della stessa Confindustria Sicilia a nome della quale parla il vicepresidente Giuseppe Catanzaro: «Stiamo approfondendo meglio alcuni aspetti della riforma ma per quanto riguarda i comuni da tempo sosteniamo che bisogna intervenire sui sindaci i quali vanno responsabilizzati, considerato l'alto tasso di mancati incassi della Tarsu e la conseguente mancata copertura dei costi». Il sistema delle imprese è al collasso e in parecchie ormai minacciano di chiudere i battenti e di mandare tutti a casa: il credito complessivo nei confronti degli Ato rifiuti (che a settembre dovranno sparire definitivamente) è di circa un miliardo.

I numeri li ha forniti Marco Lupo, direttore generale dell'assessorato regionale all'Energia retto dal magistrato Nicolò Marino, nel corso di un'audizione in commissione Bilancio dell'Assemblea regionale: la raccolta dei rifiuti nell'isola costa complessivamente 850 milioni l'anno e i comuni riescono a incassare 350 milioni. Mancano all'appello 500 milioni ovvero il 58,5% del totale. Soldi anticipati in gran parte dalla regione, che però ha i suoi problemi. Seri, molto seri. Ecco perché c'è chi chiede che si intervenga sui sindaci inadempienti anche con il commissariamento: si mandino a casa quegli amministratori che non vogliono o non sono in grado di garantire il pagamento del servizio.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi