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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2013 alle ore 06:37.
I dati della Bce sui tassi medi dei nuovi mutui nei paesi dell'Eurozona dimostrano che gli spread applicati dal sistema creditizio in Italia hanno ormai accumulato un discreto margine per ricominciare a scendere e ridare un po' di ossigeno al mercato immobiliare. Questo può essere uno degli effetti indiretti della riduzione del differenziale di rendimento tra Bund e BTp che, a meno di brutte sorprese, si va consolidando. Ma si tratta, al momento, di poco più che un auspicio per il futuro.
Più imminente, invece, sembra la trasformazione del Piano famiglie promosso a fine 2009 dalle banche e dalle associazioni dei consumatori per andare incontro alle famiglie in difficoltà con le rate del mutuo. Scade a fine gennaio ma è già pronto l'«aggancio» al Fondo di solidarietà per l'acquisto della prima casa (conosciuto come fondo Gasparrini) che trasforma il Piano di banche e consumatori in uno strumento istituzionale strutturale a sostegno delle famiglie. La moratoria sui mutui per la casa, prorogata di volta in volta, ha dato i suoi risultati: a fine ottobre erano 80mila le famiglie che in tre anni l'hanno utilizzata. Secondo uno studio della Banca d'Italia, il 75% dei mutuatari ha ripreso il pagamento delle rate dopo i 12 mesi di sospensione.
Significa però che l'altro 25% non ci è riuscito: si tratta di diverse migliaia di famiglie che rischiano il pignoramento. Ma è una soluzione che, in questo momento di mercato, non conviene prima di tutto alle banche. Perciò qualche istituto di credito, anche importante, sta cercando soluzioni alternative. Per esempio c'è chi propone di rinegoziare i tassi o addirittura riacquista l'immobile per qualche anno, lasciando comunque la casa al mutuatario in cambio di un affitto ridotto. Soluzioni da imitare e potenzialmente win-win: per i proprietari che non vanno per strada, per le banche i cui portafogli immobiliari non si gonfiano a dismisura e per il mercato che evita il crollo dei prezzi.