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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2013 alle ore 15:25.

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Jacob Lew (Reuters)Jacob Lew (Reuters)

NEW YORK. Ha le carte in regole per l'agenda economica della seconda amministrazione di Barack Obama: Jacob Lew, Jack per gli insider di Washington, è un esperto di bilancio e uno stretto collaboratore del presidente. Il 57enne prossimo Segretario al Tesoro, che sarà nominato formalmente oggi pomeriggio all'1:30 ora locale, ha una lunga esperienza sulle questioni fiscali, la sfida del giorno, maturata in anni di lavoro politico nella capitale, finora condotto nell'ombra ma ai massimi livelli nella capitale. Tanta quanta Tim Geithner, il suo predecessore che lascerà l'incarico entro fine mese, ne aveva sulle crisi finanziarie, l'emergenza dei passati quattro anni, frutto di una carriera alla guida della Federal Reserve di New York.

La staffetta al Tesoro appare quindi al passo con i tempi, oltre a riflettere la necessità di un ricambio nell'amministrazione. Lew si è fatto le ossa come assistente del leggendario e potente presidente democratico della Camera Tiop O'Neill negli anni Ottanta, collaborando attivamente a uno storico accordo fiscale con il presidente repubblicano Ronald Reagan, quello che risanò almeno temporaneamente il sistema pensionistico federale del Social Security. Un precedente che potrebbe ben servirgli nel negoziare in futuro difficili riforme su previdenza e sanità, grandi motori del debito federale.

Negli anni Novanta Lew entra al governo sotto l'amministrazioe di Bill Clinton, prima come consigliere poi alla guida dell'Ufficio di bilancio della Casa Bianca. La successiva parentesi delle due amministrazioni repubblicane di George W. Bush lo spinge però verso il settore privato, dove ricopre dal 2006 al 2009 incarichi di managing director a Citigroup a New York, sua città natale. Qui sale ai vertici anche ai vertici di una divisione di trading proprietario, quella di Investimenti alternativi, impegnata in scommesse sulla crisi immobiliare e che soffrì pesanti perdite. Lew riceve compensi di quasi un milione di dollari nel 2008. Questa parentesi potrebbe rivelarsi, ancora oggi, una delle più controverse della sua carriera.

Ma con Obama alla Casa Bianca riceve una nuova chiamata da Washington e lui risponde: si occupa inizialmente di affari economici internazionali al Dipartimento di Stato, altra esperienza che gli sarà utile oggi viste le continue tensioni sul fronte della crescita internazionale, per arrivare in seguito nuovamente al commando dell'Ufficio di Bilancio della Casa Bianca e, dal gennaio 2012, essere promosso capo di staff. Una posizione che gli assicura l'ingresso nell'inner circle, la cerchia più ristretta e fidata dei consiglieri del presidente. Cioè un altro criterio, la lealtà e la fiducia, che appare essenziale nella squadra che Obama sta costruendo per il suo nuovo mandato.

Dalla Casa Bianca coordina dietro le quinte la strategia dell'amministrazione sulle crisi del debito avvenute finora: il dramma dell'estate del 2011, quando il tardivo accordo con il Congresso per innalzare il tetto dell'indebitameto federale evitò rischi di default anche se costò ugualmente agli Stati Uniti il rating di Tripla A da parte di Standard & Poor's. E di recente il compromesso per evitare il Fiscal cliff, che però ha solo rinviato le scadenze più importanti a febbraio, sia sul tetto del debito, fermo a circa a 16.400 miliardi di dollari, che su tagli automatici di spesa per circa cento miliardi. Queste saranno le sue prime sfide. In marzo un'altra mina da evitare: la necessità di rinnovare il budget federale per il funzionamento dell'amministrazione, che altrimenti rischia una paralisi degli uffici federali.

La Casa Bianca, viste le ravvicinate scadenze, si aspetta una conferma sicura e rapida per Lew, che è conosciuto e stimato sia dai democratici che da molti repubblicani. Ma non mancano polemiche o incognite: i critici liberal vorrebbero volti davvero nuovi al Tesoro e più impegnati su temi sociali, quali il lavoro, e progressisti. Lew, agli occhi dei critici, conferma anche la carenza di innovazione e diversità che sta emergenzo nella seconda amministrazione Obama, dove foinora tutti i prescelti erano già vecchie conoscenze. Da qualche repubblicano, come il senatore Jeff Sessions, sono invece arrivati attacchi opposti: alla "rigidità" di Lew sui temi cari ai democratici e alla sua statura politica, nazionale e internazionale. «Non è l'uomo di cui abbiamo bisogno», ha fatto sapere. Lew è sposato e ha due figli, ha una casa nel quartiere residenziale di Riverdale nel Bronx ed è un ebreo ortodosso, che nel rispetto della sua fede non lavora il sabato. È laureato a Harvard e, in legge, alla Georgetown University.

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