Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2013 alle ore 06:40.

My24


L'arbitro non estrae alcun cartellino ma si limita a richiamare i giocatori per i numerosi falli compiuti. L'Autorità per le comunicazioni, cui spetta il compito di controllare l'attuazione della par condicio, ha approvato ieri, all'unanimità, una delibera adottata in seguito agli «squilibri nella presenza delle forze politiche nei telegiornali diffusi dai gruppi editoriali Rai, Mediaset, Telecom Italia Media e Sky Italia» nei primi quindici giorni di par condicio. Su quanto accaduto nel mese precedente, pure soggetto a regole particolari, scende l'oblio. L'Agcom fa un elenco «non esaustivo» di tali squilibri, utilizzando parametri discrezionali. Il richiamo è rivolto solo ai Tg e non alle trasmissioni extra-tg o alle rubriche delle testate, che pure sono rilevate nel monitoraggio della Geca. Per fare qualche esempio, dal 31 dicembre al 6 gennaio, RaiSport dà il 100% al Pdl, RaiNews il 62,5% allo stesso Pdl mentre va dato atto a Tgcom24 di essere l'unico Tg ad aver dato il 10,5% del tempo parola all'Italia dei valori, il 5,86% a Sinistra e libertà, l'1,64% a La Destra, tempi non residuali come gli altri Tg.
L'Agcom, poi, richiama solo il Tg1 e il Tg3 ma non il Tg2. Il cui direttore, Marcello Masi, dirama subito una dichiarazione: «Significa che il lavoro paga. Ci alleniamo tutto l'anno». Se si analizza il tempo parola riservato ai partiti dal Tg2, nelle edizioni principali, il Pdl è al 28,7% rispetto al 15,9% del Pd e al 16,7% di Monti quale soggetto politico. Non sembra un risultato molto diverso dal tempo parola accordato nelle edizioni principali dal meno allenato Tg1: 30% al Pdl, 24,2% al Pd e 22,4% a Monti.
L'elenco è «non esaustivo» e rileva, tra le altre, la sottopresenza del Pd rispetto al Pdl nel Tg5 e in Studio Aperto ma anche nel tg di La 7 e la 7d e quella del Pdl rispetto al Pd nel Tg3. L'Agcom sottolinea come le punte di criticità siano «vieppiù accentuate nelle edizioni principali dei citati notiziari» e chiede «una netta inversione di tendenza», soprattutto dopo l'approvazione di entrambi i Regolamenti attuativi, quello della Vigilanza per la Rai e della stessa Agcom per le private.
Le emittenti vengono così richiamate «all'immediato riequilibrio» nella fase che precede la presentazione delle liste. L'Autorità procederà ad un monitoraggio settimanale e si dice pronta «ad adottare i conseguenti provvedimenti». Qui nasce una domanda: il richiamo erga omnes vale già come una diffida a mettersi in regola e quindi, in caso di ulteriori violazioni, arriveranno le sanzioni e gli ordini di riequilibrio? O si dovrà comminare le diffide ad ogni singola testata e solo dopo, eventualmente, infliggere le sanzioni, a giochi ormai fatti o quasi?
Il Cda Rai, nel frattempo, designa, a maggioranza, con i voti contrari di Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi, Monica Maggioni a direttore di RaiNews al posto di Corradino Mineo. Il mandato è di costruire un vero canale all news unificando la redazione con quella di Televideo, tornando al nome originario RaiNews24 e ponendo sotto la nuova testata tutte le aree web di carattere informativo. Previsto un nuovo studio a Saxa Rubra, alla base di un nuovo modello produttivo (e non più solo post-produttivo).
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi