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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2013 alle ore 11:50.

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La prospettiva è di ripercorrere la strada di Antonio Bassolino che immolò l'agognato "rinascimento napoletano" per rincorrere le sirene del doppio incarico di sindaco di Napoli e ministro del Lavoro nel 1998-1999 (primo governo D'Alema).

A Luigi de Magistris va dato merito che nel primo anno di mandato ha riconsegnato a Napoli una proiezione verso la normalità: strade pulite, traffico più scorrevole, presenza amministrativa, legalità nel palazzo cittadino, fermento culturale, confronto aperto col partenariato.

Insomma un'immagine rivalutata e affrancata dagli stereotipi della monnezza, della camorra, delle mille emergenze. Ma da dopo l'estate 2012 qualcosa deve essere cambiato nella maggioranza dell'amministrazione cittadina.

La campagna elettorale rischia di distrarla vanificando la «rivoluzione arancione». L'invito è di ritornare a concentrarsi sulla buona amministrazione quotidiana della terza città d'Italia.

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