Lo scoglio delle Scole sarà ricomposto domani. La proprietaria non chiede risarcimenti

Lo scoglio delle Scole, quello tranciato dalla Costa Concordia il 13 gennaio dello scorso anno, sarà ricomposto domani. Esattamente un anno dopo il naufragio che è costato la vita a 32 persone. Le cerimonie previste per celebrare l'anniversario inizieranno proprio con il riposizionamento dello scoglio su cui la mastodontica nave andò a urtare: sarà poggiato sul fondo, accompagnato da una targa in ricordo delle vittime del naufragio. Poi una corona di fiori sarà deposta a Punta Gabbianara, mentre sul Molo Rosso del Giglio sarà apposta una lapide in bronzo in memoria delle vittime e una targa a memoria della solidarietà dei gigliesi. Poi, alle 21.45, ora della collisione, un minuto di silenzio. Dopo il suono delle sirene delle imbarcazioni in porto e il lancio di lanterne luminose.

Lo scoglio è di proprietà di una ottantenne gigliese
Pochi però sanno che lo spuntone di roccia mozzato dal ventre della Costa Concordia è una proprietà privata. I mappali del catasto di Grosseto hanno, infatti, rivelato che gli scogli semisommersi che circondano l'isola toscana sono un bene immobile tramandato di generazione in generazione da una famiglia del Giglio. Le Scole sono regolarmente accatastate, per la precisione al foglio 37, particella 160. Dunque hanno un proprietario: una gentile signora ottantenne del Giglio, Rosalba Rossi, classe 1931, che ha ereditato quella roccia emersa di soli 25 metri quadrati dal nonno. La notte della tragedia ha scorto dalla sua finestra il gigante spiaggiato e, nonostante l'età, è corsa al porto con il marito Paolo a dare una mano ai soccorritori. La coppia ha ospitato in casa ben 23 persone.

Rosalba non ha chiesto risarcimenti alla Costa
E alla Costa non ha chiesto risarcimento.«Mi sentirei un avvoltoio», ha detto subito, «con tutti quei disastri che hanno avuto». E ancora: «Sono stati divelti dei sassi qualunque, mica un portale del Medioevo! I problemi, le cause giudiziarie sono ben altre, mica i miei scogli!».

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