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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2013 alle ore 08:11.

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Il Fisco si prepara a dare i voti ai contribuenti. Una vera e propria pagella per individuare i soggetti a rischio-evasione su cui andare a colpo sicuro per effettuare controlli e accertamenti. Il progetto è in via di realizzazione e servirà all'agenzia delle Entrate per affinare maggiormente la capacità di selezionare i contribuenti che dichiarano meno di quanto guadagnano e di quanto spendono.

A rivelarlo è il documento conclusivo della commissione parlamentare di vigilanza sull'Anagrafe tributaria (si veda anche Il Sole 24 Ore di lunedì 24 dicembre) che sarà presentato ufficialmente mercoledì prossimo. «Un salto di qualità nell'attività di analisi e selezione - lo definisce la relazione - che si concretizza nell'applicazione di un risk score generalizzato per ogni contribuente, sia esso persona fisica o meno, per avere una visione globale che consenta di focalizzare l'attenzione su tutte le manifestazioni a rilevanza fiscale». In altre parole, cittadini ma anche persone giuridiche si vedranno attribuire un voto: un punteggio da calibrare in base a determinati parametri (per esempio area geografica, anno d'imposta o eventuali perdite nel triennio nel caso di società). Chi avrà la pagella peggiore verrà scelto per approfondimenti.

Un aiuto in più anche per il nuovo redditometro. La campagna dei controlli 2013 partirà, infatti, dalle liste selettive dei contribuenti a rischio evasione. Il rating in arrivo consentirà, così, di mirare davvero ai soggetti che hanno occultato una quota cospicua dei propri guadagni al fisco. Questo dovrebbe rasserenare maggiormente chi è in regola con dichiarazioni e versamenti, anche alla luce dei timori scaturiti dopo la pubblicazione del decreto attuativo del ministero dell'Economia sullo strumento che stima i redditi in base alla ricostruzione delle spese sostenute. Del resto, la versione 2.0 del redditometro, secondo la Bicamerale sull'Anagrafe tributaria, è «un intervento di grande rilievo strategico» e permette «una maggiore incisività nell'azione di controllo» e allo stesso tempo «garantisce il necessario contraltare costituito dalle garanzie a favore del contribuente». Anche se proprio ieri il presidente della commissione parlamentare di vigilanza, Maurizio Leo, ha auspicato un affinamento «in una logica di collaborazione con l'agenzia delle Entrate per tarare lo strumento, in modo tale che non diventi oppressivo per il contribuente».

C'è, però, uno scoglio da superare il prima possibile. Le 128 banche dati di cui dispone l'amministrazione finanziaria (nelle sue diverse ramificazioni) presentano ancora una serie di problemi strutturali. Il principale è che la mole enorme di informazioni disponibili spesso non può essere intrecciata, perché i dati sono disomogenei o immessi ancora in modo manuale all'interno. Ecco perché la commissione parlamentare caldeggia la necessità di standard comuni per tutte le amministrazioni oltre a quella di formare il personale addetto. Allo stesso tempo, arriva uno stop alla richiesta di ulteriori comunicazioni da parte di cittadini e operatori economici. Anche se quest'anno tra spesometro per le carte di credito, beni ai soci, saldi dei movimenti sui conti correnti e nuovo elenco clienti-fornitori si prepara ad affluire nei cervelloni del fisco un'altra valanga di bit.

L'agenzia delle Entrate insieme alla Sogei sta già lavorando a una revisione di software e banche dati per migliorare la qualità delle "notizie" disponibili. Del resto le informazioni presenti non servono solo alla selezione ma verranno utilizzate anche nella ricostruzione del reddito. Inoltre l'accertamento sintetico nella versione aggiornata potrà contare su uno specifico programma (che si aggiunge a quelli già esistenti) che permetterà appunto di confrontare spese e guadagni per controllare i soggetti con «i maggiori indici di proficuità», come sostiene la Bicamerale. Detto in parole semplici, quelli per cui c'è davvero gettito evaso e da recuperare.

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