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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2013 alle ore 18:30.

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Addio «platinum option» per risolvere la crisi del debito negli Stati Uniti. Il Tesoro americano ha infatti messo una pietra tombale sulla possibilità di coniare una moneta di platino da mille miliardi di dollari. Un escamotage, pensato con lo scopo di evitare il default se Casa Bianca e Congresso entro fine febbraio non dovessero raggiungere l'accordo sull'innalzamento del tetto del debito pubblico. Tetto che ha già raggiunto il limite legale dei 16.400 miliardi di dollari.

Tra i promotori dell'idea anche il Nobel Paul Krugman
La proposta - avanzata da un parlamentare democratico e avallata da molti cittadini e osservatori, tra cui il premio Nobel per l'economia Paul Krugman - può sembrare bizzarra: ma è la stessa legge americana che prevede, in caso di emergenza, la facoltà del Tesoro di ordinare il conio di monete commemorative di platino. Monete da depositare nelle casse della Federal Reserve e che, una volta alzato il tetto del debito, verrebbero distrutte. Una misura quindi che darebbe un po' più di respiro in vista dei difficili negoziati tra democratici e repubblicani.

No a scorciatoie: il congresso faccia il suo dovere
«Né il Dipartimento al Tesoro né la Federal Reserve credono che la legge possa o debba essere utilizzata per facilitare la produzione di monete di platino che evitino un aumento del tetto del debito», ha tagliato corto il portavoce del Tesoro, Anthony Coley. Ancor più esplicita la Casa Bianca: «Ci sono solo due opzioni per affrontare la questione dell'innalzamento del tetto del debito: o il Congresso fa una nuova legge o, se fallisce, condanna la nazione al default. Il Congresso deve fare il suo dovere», si legge in una nota del portavoce Jay Carney.

Obama: sul tetto del debito non faccio negoziati
«Sul tetto del debito non intendo negoziare», aveva detto giorni fa il presidente americano, Barack Obama, rifiutando di legare tale questione ai negoziati con i repubblicani sui tagli alla spesa. Ma la Casa Bianca ha anche smentito le voci sul fatto che il presidente possa decidere di agire da solo, magari per decreto, appellandosi al Quattordicesimo emendamento della Costituzione: quello secondo cui la validità e la scadenza del debito non possono essere messe in discussione.

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