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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2013 alle ore 20:08.

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Si va avanti ma senza Ruby. La difesa di Silvio Berlusconi perde la battaglia per sospendere il processo durante la campagna elettorale e, allo stesso tempo, rinuncia alla testimonianza di Karima. Troppo rischioso mandare la giovane marocchina sul banco dei testimoni, meglio puntare su nomi altisonanti e meno coinvolti come George Clooney, per affermare la tesi delle "cene eleganti" del Cavaliere. Dopo aver recuperato consensi grazie alle ottime performance televisive, Berlusconi sta bene attento a non commettere passi falsi

Il Cavaliere fa sapere che non andrà in piazza per questioni di sicurezza. Una rinuncia che non pesa, visto l'audience che gli riservano radio e tv e che evita di appesantire la macchina organizzativa del pdl. La rimonta del Cavaliere è ormai acclarata, ma da esperto qual è di campagne elettorali, Berlusconi sa bene che la battaglia decisiva si giocherà solo negli ultimi dieci giorni.

All'ex premier non importa arrivare primo ma evitare che ci sia un vincitore. E ci sta riuscendo. L'accordo con la Lega al Nord e con Lombardo e Miccichè al Sud potrebbe rivelarsi decisivo per la maggioranza al Senato. Poco importa che il Pdl possa soffrirne rimanendo sotto il 20%, a causa della frammentazione del centrodestra in liste e listini.

Per Berlusconi quel che conta davvero è continuare ad essere protagonista anche all'indomani del voto. E per riuscirci non deve solo impedire a Bersani di conquistare entrambi i rami del Parlamento, ma anche disarmare il centro di Mario Monti. Per questo finora ha riservato al premier in carica gli attacchi più duri. Berlusconi ha bisogno di uno scontro bipolare senza terzi incomodi. Se qualcuno deve trattare con Bersani vuol essere lui e non altri.

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