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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2013 alle ore 11:14.

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La ricerca "Gli investimenti delle mafie" del centro di ricerca Transcrime dell'Università Cattolica di Milano offre due spunti interessanti.
Il primo è relativo ai ricavi della ‘ndrangheta. Appena il 23% dei ricavi arriva dalla "madrepatria" Calabria mentre il 48% è raccolto tra Piemonte, Lombardia, Liguria e Veneto. Se si aggiungono anche Emilia-Romagna e Toscana la quota vola nel Nord al 61%.

Il secondo spunto si trae dalle aree nelle quali la ricerca si spinge a dire che la presenza delle mafie è nulla. Queste aree sono in 20 province. Al Nord Novara, Pavia, Lodi, Sondrio, Bergamo. Trento, Treviso e Udine. Al centro isole felici (da non confondere mai con l'intero territorio provinciale) sono state registrate nelle province di Lucca, Macerata, Fermo, Rieti, Pescara e Chieti. Al Sud e in Sicilia nemmeno a parlarne mentre in Sardegna, le aree sottratte alla presenza della criminalità organizzata si torvano in provincia di Sassari, Nuoro, Oristano, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e infine Olbia-Tempio.

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