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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2013 alle ore 21:51.

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Benzina, sanità, lavoro, governo Monti, fisco. Bersani a tutto campo a "Italia domanda" su Canale 5. Contro l'ascesa del prezzo della benzina, per iniziare, il leader del Pd Pier Luigi Bersani ha invocato l'eliminazione dell'Iva sulle accise dei carburanti. «Viaggiare a 1 euro e 8 come adesso è pesante e non sempre questo prezzo corrisponde in realtà all'andamento del mercato», ha detto il segretario del Pd.
«Miracoli non se ne possono fare, ma qualcosa di serio si può fare», ha assicurato, «lo Stato non è in condizione di un calo delle accise, ma si può evitare che l'Iva ricada sull'accisa. Andrebbe sterilizzato quel meccanismo». Così «di là dell'andamento generale del prezzo del petrolio è possibile avere 1,7 o 1,68» euro al litro, ha spiegato.

In sanità «intervenire per dare risposte a chi ha più bisogno»
«Certamente ci sono sprechi e c'è ancora tanto da fare per risparmiare e dare risposte dove c'è più bisogno», ha poi detto il candidato premier del Pd, parlando di sanità e sottolineando la necessità anche di intervenire sulla «riorganizzazione della rete ospedaliera». Secondo il leader del Pd bisogna, inoltre, «mettere un'occhio sull'andamento del prezzo dei farmaci».

Occupazione: «investimenti più che modificare leregole del lavoro»
Per creare occupazione più che modifiche alle regole del mercato del lavoro è necessario consentire "investimenti", ha dichiarato il segretario Pd. «Io ho detto che il lavoro precario deve costare più del lavoro stabile. Se mi si dice che bisogna trovare un meccanismo di convenienza alla stabilizzazione sono più che d'accordo. Ma aggiungo che non sarebbe sufficiente, ci vogliono un po' di investimenti, premiare le attività economiche, chi investe per dare un po' più di lavoro, più investimenti pubblici, trasformare il risparmio privato in investimenti. Il lavoro è un fatto vitale, cruciale».

Priorità la riscossa civica e morale
Pier Luigi Bersani ha quindi chiarito che dimenticherà il tema del lavoro per dare priorità a diritti o ai temi dell'immigrazione. «C'è un consiglio dei ministri ogni settimana, non significa dimenticare il lavoro», ha detto a "Italia domanda". «So che è il tema centrale, ma penso che senza una riscossa civica e morale, senza che il Paese riprenda stima di sé, senza attenzione ai diritti delle persone non risolviamo neanche il problema del lavoro», ha sottolineato.

Abbassare il cuneo fiscale
Non solo. «Se intendiamo favorire una stabilizzazione del lavoro dobbiamo stabilire dei meccanismi di convenienza - ha spiegato -. Una delle priorità è abbassare il cuneo fiscale e la pressione fiscale sul lavoro». «Penso sia possibile finanziarlo con un meccanismo che abbassi da una parte e alzi da un'altra», ha aggiunto il segretario del Pd.

Bisogna intervenire, insomma, per una «maggiore fedeltà fiscale: non voglio mettere su ghigliottine, non voglio passare per Robespierre» ma «facciamo la Maastricht della fedeltà fiscale», ha detto il leader del Pd. Il fisco, «deve, nel rispetto pieno della privacy, vedere i conti, fare la mappatura della ricchezza».

Dopo Monti restano problemi, ma non parlo di manovra
«Monti ci ha messo in condizione di allontanarci dal precipizio. Ha iniziato a mettere le cose sui binari giusti, ma noi non abbiamo risolto i nostri problemi». Lo ha affermato il candidato premier del Pd, che però non vuole che l'intervistatore, Maurizio Belpietro, gli metta in bocca il titolo: «Io non sto parlando di manovra! Cosa voglio dire quando dico che c'è polvere sotto il tappeto? Dico che il governo ha fatto una previsione di crescita dello 0,2 per il 2013. Sarà così? Non lo so, ma io penso che sarà anche peggio». «Non sto parlando di manovre - ribadisce Bersani - ma può capirlo anche un bambino che bisogna andare a vedere come sarà la crescita».

Redditometro non è risolutivo
E il redditometro? «Non credo sia uno strumento che abbia un'efficacia risolutiva», ha affermato Pierluigi Bersani. Il leader del Pd ha, tra l'altro ironizzato sottolineando: «vedo che non ha più nè padre nè madre: Berlusconi l'ha fatto lui, Tremonti l'aveva fatto così, poi Monti l'ha applicato».

Contro Maroni: han governato 10 anni e la pressione fiscale è salita
Pier Luigi Bersani ha poi attaccato Roberto Maroni per la promessa di abbassare le tasse fatta con il Pdl. «Han governato 10 anni e la pressione fiscale èaumentata di 4,3 punti», ha ricordato il segretario del Pd a Italia domanda. «Se volevano abbassare hanno avuto tutto l'agio, tutto il tempo...», ha sottolineato.

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