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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2013 alle ore 13:47.

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Una drastica riduzione delle stime di crescita: dall'1% allo 0,4 per cento. La Germania, finora motore d'Europa quasi immune da problemi, si piega alla crisi del debito e di fiducia nell'area euro e taglia le previsioni per il 2013, dopo aver chiuso il 2012 in recessione: negli ultimi tre mesi il Pil tedesco sarebbe sceso dello 0,5%, secondo le stime comunicate ieri da Destatist.

Oggi, mercoledì, è toccato al ministro dell'Economia Philipp Roesler dare la cattiva notizia che anche l'anno appena iniziato sarà difficile, peggiore del 2012 che ha comunque chiuso con una crescita complessiva dello 0,7 per cento. A causa, ha aggiunto di una «crisi di fiducia» nell'euro, della domanda globale molto debole nel resto d'Europa che ha provocato una gelata negli investimenti.

Quest'anno, secondo il ministro, in Germania l'attività economica sarà sostenuta dalla domanda interna ma anche le esportazioni – da sempre il vero traino del Pil tedesco – dovrebbero aumentare del 2,8 per cento. La seconda parte dell'anno dovrebbe vedere un miglioramento, secondo Roesler. «Ci aspettiamo che la fase debole dell'inverno venga superata nel corso dell'anno e che l'economia si rimetta sulla giusta strada». Nel 2014, invece, secondo il Governo, la Germania dovrebbe crescere dell'1,6 per cento.

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