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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2013 alle ore 06:37.

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ROMA
Va in porto entro la fine della legislatura l'operazione «piano città», l'idea partorita dal vice-ministro delle Infrastrutture, Mario Ciaccia, di dare vita a un programma statale di riqualificazione urbana riutilizzando i fondi residui scovati nei cassetti del ministero: 224 milioni non spesi su vecchi progetti e messi in palio con l'articolo 12 del decreto legge 83/2012 e il successivo decreto ministeriale, in Gazzetta il 24 agosto.
Il lavoro della cabina di regia, l'organo misto ministeri-Regioni-Anci a cui spettava il ruolo di commissione di gara, è in fase conclusiva, e la graduatoria con gli interventi finanziati sarà definita e pubblicata in settimana.
Spettava ai Comuni presentare i progetti, in tempi strettissimi, entro il 5 ottobre. Pochissimi i paletti – l'obiettivo di Ciaccia era quello di stimolare la massima partecipazione – purché si trattasse di un insieme di interventi, pubblici e privati, volti alla riqualificazione di ambiti urbani. Tra i criteri: coinvolgimento di capitali privati, immediata cantierabilità, presenza di interventi contro il disagio abitativo e sociale, miglioramento delle infrastrutture di trasporto, qualità urbana e ambientale.
La scarsa selettività del bando ha scatenato la presentazione di progetti da parte di 430 città, con richieste di finanziamenti per diversi miliardi di euro (il dato preciso non è stato mai fornito), a fronte dei 224 milioni di euro disponibili. A inizio dicembre la dote è aumentata di 95 milioni grazie alla riprogrammazione dei fondi europei, ma potranno essere utilizzati solo per le città che rientravano nelle zone franche urbane: Crotone, Rossano Calabro (Cs), Lamezia Terme (Cz), Mondragone (Ce), Napoli, Torre Annunziata (Na), Andria (Ba), Lecce, Taranto, Catania, Erice (Tp), Gela (Cl). I fondi sono dunque saliti a 319 milioni.
I progetti prescelti non saranno più di 25-30, quasi tutte le città vincitrici saranno finanziate per una cifra inferiore a quanto richiesto. Ora dunque si tratta di capire quali tempi ha fissato la cabina di regia per arrivare con ciascun Comune al progetto definitivo, con le priorità effettivamente finanziabili, e la contestuale firma del «contratto di valorizzazione urbana». E in quali tempi, fatto questo, saranno realmente attivabili i cantieri (probabilmente a partire dalla seconda metà del 2013). Sapendo che la vera sfida è mettere a regime, ogni anno, un bando e delle risorse per i piani città. Anche in vista di un bilancio europeo 2014-2020 che dovrebbe aumentare i fondi coesione destinati alla riqualificazione urbana: potrebbero essere almeno un miliardo di euro all'anno per l'Italia.
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