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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2013 alle ore 17:26.

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Perde appeal il Redditometro, o accertamento sintetico di tipo induttivo, al centro in questi giorni del dibattito della campagna elettorale. A mettere in guardia dalle possibili ricadute negative di questo strumento, evitando «l'uso disinvolto di informazioni disallineate e non verificate», è oggi il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, nel corso di un convegno su anagrafe tributaria e federalismo fiscale. «Il redditometro - ha spiegato il magistrato contabile - come tutti gli strumenti presuntivi ha bisogno di cautela per l'efficacia probatoria. È necessario che l'amministrazione verifichi sempre i risultati e proceda all'accertamento».

Di Capua (Entrate): l'obiettivo «è intercettare finti poveri»
A stretto giro, la replica del vicedirettore vicario dell'Agenzia delle entrate, Marco Di Capua, secondo cui il nuovo redditometro «è uno strumento per intercettare forme di evasione spudorata, per intercettare i finti poveri», e non «uno strumento di accertamento di massa» e tantomeno «la panacea», quanto «uno strumento, insieme ad altri, importante come altri». Quanto ai controlli del redditometro sui contribuenti, questi «saranno inferiori ai 40 mila l'anno», quota prevista prevista da una convenzione tra Agenzia delle Entrate e ministero dell'Economia.

Circolare applicativa ancora in via di definizione
La circolare applicativa sul redditometro che darà il via ai controlli non è comunque ancora pronta. Occorre, conclude Di Capua, «il tempo materiale per pensare e scrivere»: «Senza di quella non si parte».

Il direttore Befera: l'agenzia appronterà «Liste selettive»
Netta anche la precisazione del direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, secondo cui «l'analisi delle infedeltà delle dichiarazioni delle persone fisiche si concentra sulla compatibilità tra reddito consumato e reddito dichiarato, una strategia che viene immediatamente potenziata attraverso il Redditometro». A differenza che in passato, aggiunge Befera, lo strumento del Redditometro «abbandona il ricorso alla presunzione della disponibilità di pochi beni per concentrarsi sulla spesa effettiva di un contribuente con un reddito non adeguatamente supportato». L'Agenzia procederà, conclude, alla definizione di «liste selettive», di contribuenti da sottoporre a controllo.

In serata in programma incontro con Monti
Nel giorno in cui nell'agenda del direttore Befera è fissato anche un incontro con il presidente del Consiglio Monti in cui con ogni probabilità si parlerà anche dell'entrata in vigore del Redditometro, un appello per uno stop immediato al suo utilizzo arriva dal vicecapogruppo della Lega Nord alla Camera, Maurizio Fugatti. «Il redditometro deve essere bloccato prima che entri in vigore», spiega, perché si tratta «dell'ennesimo strumento invasivo dello Stato nella vita dei cittadini che, per come é stato congeniato dal governo Monti, andrà a colpire soprattutto le famiglie e le imprese del Nord creando una profonda discriminazione tra le diverse aree del Paese».

Alfano (Pdl) si appella a Monti: «Fermi il Redditometro»
Sulla stessa linea anche il segretario politico del Pdl, Angeliono Alfano, che nel corso della puntata di "Porta a Porta" che verrà trasmessa stasera ha lanciato un appello a Monti perchè «ritiri il redditometro». Noi, spiega, «lo avevamo concepito come uno strumento di contrasto dell'evasione ma liberale. Ora si cancellino i decreti attuativi e si torni ad uno strumento più equo e liberale. Poi il nuovo governo, munito di sovranità farà la sua scelta». Più cauto il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, ribadendo la finalità «giusta» del redditometro: «bisogna che sia applicato senza suscitare allarmismi inutili». Casini si è detto poi contrario alla retroattività «e all'onere della prova che deve spettare a chi dimostra che c'è una possibile evasione. Ma non diamo i segnali che abbiamo dato in passato con i condoni».

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