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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2013 alle ore 06:39.

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NEW YORK - Barack Obama è sceso in campo ieri per rendere più difficile l'accesso alle armi in America. Lo ha fatto a 33 giorni dal tragico eccidio di Newtown e nel momento in cui l'opinione pubblica americana sembra più disponibile a introdurre nuovi controlli per ridurre il pericolo di uccisioni da armi da fuoco. Se il presidente americano ha fatto più volte riferimenti commossi alla morte dei 20 bambini della scuola elementare Sandy, ha anche ricordato che il problema è endemico e riguarda omicidi o incidenti che capitano ogni giorno in tutta l'America.

In effetti le cifre sono spaventose. Negli Stati Uniti ci sono più armi da fuoco (270 milioni) che nell'insieme dei 17 Paesi che seguono nella graduatoria. Ci sono 31mila morti per arma da fuoco ogni anno, di cui 3mila bambini. Il problema è urgente, eppure Obama si scontra con resistenze che rischieranno di rendere vani i suoi sforzi di ieri. Sforzi che puntano in due direzioni. La prima riguarda una sfida contro i repubblicani e la potentissima organizzazione Nra, l'associazione dei detentori di armi in America. Obama presenterà la settimana prossima un progetto di legge che prevede l'introduzione di misure che da noi potrebbero sembrare normali: un controllo a tutto campo (anche su cartelle cliniche) sul passato di chiunque voglia acquistare armi; un bando alla vendita pubblica di armi semiautomatiche d'assalto, usate in generale dai soldati in guerra; un limite al numero di cartucce che possono essere inserite nei caricatori e al tipo di proiettili, alcuni devastanti, che oggi si possono comprare liberamente in un negozio o via internet.

Su queste iniziative la battaglia in Parlamento sarà durissima. Ma Obama ha anche firmato ieri 23 ordini esecutivi con effetto immediato. Le agenzie federali dovranno dare informazioni sul passato di potenziali acquirenti di armi. Si darà ai procuratori generali l'autorità di rivedere le categorie di individui a cui è proibito il possesso di armi. I distributori di armi da fuoco dotati di licenza federale riceveranno istruzioni su come condurre controlli su rivenditori privati. Verrà lanciata una campagna nazionale sul possesso sicuro e responsabile di armi.
Misure che sembrano relativamente normali. Ma già gli stati si ribellano: il governatore del Mississippi ha già chiesto ai suoi avvocati di verificare se gli ordini esecutivi potranno essere ignorati dallo stato.

Lo stesso avverrà certamente in Wyoming, in South Dakota in Montana, stati con una forte maggioranza favorevole a un accesso incontrollato all'accesso alle armi. «Userò tutti i poteri della presidenza per far sì che le cose cambino - ha detto il presidente - dobbiamo ricordare coloro ai quali sono stati negati i diritti fondamentali di libertà, coloro che sono stati uccisi, i bambini di Newtown». Si apre dunque a Washington una dura battaglia politica, che finirà per aumentare tensione e sospetto reciproco nel momento in cui è aperto il fronte del tetto sul debito, un altro problema che genera profonde divergenze ideologiche.

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