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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2013 alle ore 19:20.

«Voglio uno Stato con le palle, eliminiamo i sindacati che sono una struttura vecchia come i partiti. Le aziende devono essere di chi lavora». È l'attacco ai sindacati sferrato da Beppe Grillo a Brindisi durante un comizio del Movimento 5 Stelle.

Le reazioni di Cgil, Cisl e UIl
«Ci mancava solo la proposta per un Italia con gli stivaloni in questa campagna elettorale». È il commento del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni alle dichiarazioni di Beppe Grillo sui sindacati. «Non si capisce francamente, con tutto il rispetto», aggiunge, «che tipo di paese e di società ha in testa Beppe Grillo. Visto che lui va reclamando più democrazia, vogliamo ricordargli che senza sindacati non c'é democrazia in un paese libero e civile». «Dopo appoggio a Casa Pound, Grillo propone abolizione sindacato e cancellazione dei suoi 12 mln di iscritti. Obiettivo è sterminio di massa?», scrive su Twitter la Cgil.
«Siamo d'accordo con Grillo, trasferiamo la proprietà delle imprese ai lavoratori, e il sindacato diventerà inutile. Noi non faremo resistenza», ha risposto, invece, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti.

Centrella: usa il sindacato come capro espiatorio
«Grillo non propone nulla di nuovo, la sua idea é in realtà vecchia, e come altri partiti usa il sindacato come capro espiatorio buono per tutte le stagioni e per tutti i problemi, utile a chi é a corto di idee», afferma in una nota il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella.

Reddito di cittadinanza ai giovani
«Lavoro é guadagnare 1.200 Ero per stare in miniera nel Sulcis? Lavoro é far laureare tuo figlio con grandi sacrifici e poi va in un call center a 400 euro al mese? Questo non é lavoro. Diamo un reddito di cittadinanza ai giovani, ha due anni di tempo per cercarsi un lavoro e non diventa un frustrato per tutta la vita», ha detto Grillo al brindisi per lo 'tsunami tour' elettorale. Per Grillo occorre riorganizzare gli uffici di collocamento poi se ti chiamano «e rifiuti allora perdi il sussidio, ma nessuno deve più morire di lavoro».

Serve un referendum per intervento in Mali
«Io voglio decidere attraverso un referendum per dire sì o no al Mali, è questa la via. Perchè poi arrivano le ritorsioni e ci mettono a rischio di attentati», ha detto Beppe Grillo durante il comizio. «Stiamo di nuovo entrando per missioni di pace in guerra. Siamo un impianto logistico per i francesi che bombardano il Mali. Noi abbiamo l'articolo 11 della Costituzione che ci impedisce di fare questa cosa».

Proteggiamo il mercato interno
Poi l'attacco a tutto campo all'Ilva, a Riva, al quale «l'hanno regalata». Chiede di proteggere «il mercato interno. Non possiamo lasciare andar via tutto. Mettiamo un dazio ai cinesi. È quello che fanno gli Stati Uniti. Si protegge l'economia interna. Voglio uno stato con le palle che dica basta». «Voglio una banca di stato, il presidente della Repubblica ne diventa il presidente ad honorem e poi fa micro credito alla piccola e media impresa«. E ancora, «l'attribuzione del made in italy deve andare solo alle aziende che producono in italia».

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