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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2013 alle ore 17:36.

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La ripresa in Italia è «probabile» che arrivi nella seconda metà del 2013, ma sarà «molto lenta». Intanto però la morsa della crisi picchia sempre più duro: sei famiglie su dieci faticano ad arrivare alla fine del mese con redditi ormai inferiori alla media, mentre i poveri hanno superato quota 8 milioni.

A rivelarlo è il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, che oggi ha presentato il rapporto «Noi Italia». Secondo il presidente dell'Istat per avere una ripresa forte «servono politiche diverse»: a comiciare dalla riduzione delle tasse che deve avvenire riducendo la spesa pubblica. «Non lo si può fare aumentando il debito», ha detto Giovannini. La pressione fiscale nel 2011 è stata pari al 42,6%, superiore di 2,7 punti percentuali rispetto a quella media dei paesi europei.

Inattivi il 37,8% degli italiani
Tra le «100 statistiche per capire il Paese» appena presentate spicca in particolare il dato sul tasso di inattività che tra i 15 e i 64 anni ha raggiunto quota 37,8% valore tra i più elevati d'Europa, con l'Italia battuta solo da Malta (gli inattivi sono quelli che né sono occupati né sono in cerca di un lavoro). Particolarmente elevata è l'inattività femminile (48,5%). «La crisi economica - ha osservato ancora Giovannini - ha colpito molto più il Sud che il Nord. Non tanto nel 2008-2009 quanto adesso che le imprese esportatrici, concentrate al Nord vanno bene e quelle che producono per il mercato interno hanno invece difficoltà». Il Mezzogiorno, ha aggiunto, «è in particolare difficoltà come dimostrano i dati sull'occupazione e sulla poverta», poiché vi si concentrano le famiglie più numerose.

Oltre 8 milioni di poveri, l'11,1% delle famiglie
Nel 2011 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono risultate l'11,1%: si tratta di 8,2 milioni di individui poveri, il 13,6% della popolazione residente. La povertà assoluta coinvolge il 5,2% delle famiglie, per un totale di 3,4 milioni di individui. Guardando al 2010 circa il 57% delle famiglie residenti in Italia ha acquisito un reddito netto inferiore a quello medio annuo (29.786 euro, circa 2.482 euro al mese). In Sicilia si osserva la più elevata diseguaglianza nella distribuzione del reddito e il reddito medio annuo più basso (il 28,6% in meno del dato medio italiano).

Lavora il 49,9% delle donne e il 72,6% degli uomini
Nel 2011 in Italia è risultato occupato il 61,2% della popolazione di 20-64 anni, solo un decimo di punto in più rispetto al 2010. Nella graduatoria europea, solamente Ungheria e Grecia presentano tassi d'occupazione inferiori. Si presenta molto marcato lo squilibrio di genere: le donne occupate sono il 49,9%, gli uomini il 72,6%. Il tasso di occupazione della popolazione in età 55-64 anni nel 2011 è al 37,9%, in aumento rispetto al 2010. Il 13,4% dei dipendenti ha un contratto a termine, valore di poco inferiore alla media europea. La quota di occupati a tempo parziale è pari al 15,5%. Nel 2011 il tasso di disoccupazione giovanile italiano (15-24 anni) è stato del 29,1%, in aumento per il quarto anno consecutivo e superiore a quello medio dell'Unione europea (21,4%).

Ogni mile abitanti 63 imprese
Ogni mille abitanti 63 imprese: primato Ue, ma dato in calo Nel 2010, in Italia operavano più di 63,5 imprese ogni mille abitanti, un valore tra i più elevati d'Europa. L'indicatore è abbastanza stabile nel tempo, sebbene negli anni più recenti si registri una contrazione a causa della crisi. Il tasso di imprenditorialità - calcolato come rapporto tra numero di lavoratori indipendenti e totale dei lavoratori delle imprese - sfiora il 31% ed é il più elevato fra i paesi dell'Unione europea. La propensione all'imprenditorialità é maggiore nel Mezzogiorno (38,4%) che nel Centro-Nord (28,8%). La dimensione media delle imprese italiane, pari a 3,9 addetti, in ambito europeo è superiore solo a quella di Portogallo, Slovacchia, Repubblica Ceca e Grecia.

In 10 anni stranieri triplicati, ingressi crollano dal 2010
In dieci anni la popolazione straniera residente in Italia è più che triplicata (Censimento 2011) e nell'ultimo decennio il saldo naturale della popolazione straniera - fortemente positivo - ha parzialmente compensato il saldo naturale negativo della popolazione italiana: all'1 gennaio 2012 i cittadini stranieri non comunitari regolarmente presenti in Italia sono poco più di 3 milioni e 600 mila, circa 100 mila in più rispetto all'anno precedente. Tra il 2010 e il 2011 i flussi di nuovi ingressi verso il nostro Paese hanno subito un brusco rallentamento: i permessi rilasciati durante il 2011 sono 361.690, quasi il 40% in meno dell'anno precedente.

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