Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2013 alle ore 15:54.

My24

Non capita a tutti di sapere, con due mesi di anticipo, di rischiare di finire in galera. Nicola Cosentino è uno di questi. Nella conferenza stampa di questa mattina in un hotel sul lungomare di Napoli, l'ex sottosegretario all'Economia ha spiegato chi – e perché – lo ha escluso dalle liste per un posto in Parlamento. Il rifugio sicuro che lo ha protetto, fino ad oggi, dai due ordini d'arresti per reati di matrice camorristica.

«Dal 1996 al 2008, nessuno si era interessato di me - ha sottolineato il politico casertano -. Oggi sono diventato un impresentabile, uno che probabilmente può far prendere qualche voto in più in Campania ma che ne fa perdere altri a livello nazionale». Passo indietro spontaneo? No, anzi. «Ho lottato fino alla fine per ottenere la candidatura, ma non per ottenere l'immunità. Immunità che avrei trovato nei partiti che mi hanno offerto la possibilità di correre per loro. Non vendo la dignità per l'immunità, penso che la dignità valga molto di più».

Cosentino, dopo essersi definito "caso limite" per la linea garantista del Pdl, ha ripercorso la sua storia giudiziaria, caratterizzata anche dalla scelta del pm Giuseppe Narducci, suo accusatore, di diventare assessore nella giunta arancione del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. «Io sono indagato dal 1996, quando si sono registrate le prime dichiarazioni dei pentiti. Da allora, è calato il silenzio, poi – in occasione della scorsa competizione regionale – la situazione si è riaperta con una serie di attacchi mediatici nei miei confronti».

Cosentino ha smentito di essere scappato con le liste delle candidature in Campania, ma non ha attaccato a testa bassa il partito e i suoi dirigenti come i rumors di ieri suggerivano. Ha ringraziato Berlusconi e i militanti che lo hanno affiancato in questi anni, salvo riservare due stoccate al governatore Caldoro («ora dovrà farsi carico della campagna elettorale, perché non ci sarò più io a occuparmene») e al deputato Fli Italo Bocchino («l'unico deputato eletto nel collegio a Casal di Principe»).
«In carcere? Sono pronto, ma dopo una sentenza. Non è un paese civile quello in cui si va in galera senza essere condannati – ha continuato Cosentino -. In carcere, certo, ci potrò anche andare, ma con la mia dignità». Anche se ora che non è più candidato, per Cosentino «non ci sono più presupposti per la mia detenzione». E alla fine una battuta: «Dicono che io sia il referente politico dei Casalesi. Devo però ammettere che questo clan è, secondo me, un clan di fessi: l'unica volta che sono stato candidato con le preferenze, nel 2005, alle provinciali di Caserta, ho perso. Bell'aiuto che mi hanno dato…».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi