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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2013 alle ore 14:02.

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DAVOS – È il suo mondo, proprio quello che Silvio Berlusconi non ha mai sentito suo e tantomeno amato negli anni di Governo e anche prima come imprenditore: accademici, economisti, diplomatici, opinionisti e soprattutto capi di Stato e di Governo (quest'anno circa 40 ma senza il francese Francois Hollande). All'invito del professor Klaus Schwaub per partecipare al World economic forum sulle nevi di Davos, da rettore della Bocconi prima e da commissario Ue poi, Mario Monti quasi mai ha detto di no. Ma oggi e domani per il premier di un'Italia al bivio è stato ritagliato un ruolo di primo piano con una visibilità che difficilmente non potrà riflettersi sulla prossima competizione elettorale.

Un grande palcoscenico internazionale con oltre 2000 personalità leader dell'economia (per l'Italia i vertici di Generali, Banca Intesa, Eni, Ferrovie e il presidente di Confindustria). Un grande evento non istituzionale nel corso del quale Monti incontrerà non solo i suoi partner europei che vedrà anche il 7 e 8 febbraio a Bruxelles come Angela Merkel e David Cameron per il Consiglio europeo già fissato per discutere del bilancio europeo ma personalità del calibro del premier russo Dmitri Medevedev che presiederà quest'anno il G20 e numerosi premier di Paesi della sponda Sud del Mediterraneo come Egitto, Libia, Tunisia e Marocco.

Nel primo pomeriggio alle 15 Monti parteciperà alla sessione di lavoro della Business Interaction group on Italy, occasione di confronto con la business community internazionale per fornire un quadro sugli sviluppi del mercato e sulle possibili vie d'uscita dalla crisi. Alle 16 e 30 Monti sarà all'International Business Council che discuterà le analisi emerse dall'ultimo Global Competitiveness Report. Alle 17 e 45 Monti terrà il discorso di apertura del Forum, lo "special address" sul tema "leading against the odds", ossia come governare contro e nonostante le avversità e in che modo le economie mondiali potranno adottare quel 'Resilient dynamism', dinamismo con capacità di tenuta che secondo il World economic Forum è necessario per uscire dal tunnel della crisi.

Dopo Monti parlerà il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde con un giro d'orizzonte sulle previsioni 2013 e sul superamento della crisi dell'Eurozona in un mondo globale ancora estremamente fragile nei suoi fondamentali. La giornata di oggi si chiuderà con una cena nella quale il padrone di casa, Klaus Schwab inviterà i capiti di Stato, di governo e delle organizzazioni internazionali a cominciare dal segretario generale dell'OnuBan Ki-moon, il direttore dell'Organizzazione mondiale del commercio Pascal Lamy e il presidente della Bce Mario Draghi. Una cena alla quale non è escluso che possano partecipare anche il premier britannico Cameron e il cancelliere tedesco, Merkel anche loro chiamati a pronunciare altri "speciale address".

L'impegno di Monti a Davos proseguirà anche domani con la partecipazione in mattinata all'incontro informale dei leader economici mondiali (Igwel) sulla rinascita dell'Europa, workshop al quale prenderanno parte anche il presidente della Finlandia Sauli Niinisto, Christopher Pissarides della London School of Economics, Klaus P. Regling (Europoean Financial Stability Facility) e Martin Schultz, presidente del Paarlamento europeo. Seguirà poi un'altra sessione aperta durante la quale Monti si confronterà sulla crisi europea in un panel con il primo ministro irlandese Enda Kenny, con il polacco Donald Tusk e con il premier olandese, un falco in Europa, Mark Rutte. Infine, prima della conferenza stampa finale Monti parteciperà a un'analisi sui dati europei e alla sessione di lavoro su "Rethinking financial governance". Due giorni all'estero pensando all'Italia e al suo futuro che per Monti candidatio valgono molto, molto di più del lungo e faticoso viaggio in Cile per un vertic Ue-Amercia latina previsto per fine mese al quale il premier ha però deciso di rinunciare.

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