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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2013 alle ore 07:05.

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Ci sono vari motivi per non farsi contagiare da un'eventuale crisi di panico. Ad esempio conoscere le modalità di intervento del Fitd, il Fondo interbancario di tutela dei depositi, che garantisce sui risparmi degli italiani.


Chi partecipa al Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd)?
Il Fitd, supervisionato dalla Banca d'Italia, è un consorzio istituito nel 1987 al quale tutte le banche italiane (a eccezione delle banche di credito cooperativo che hanno comunque una garanzia "gemella" come quella del Fitd) sono obbligate ad aderire assieme alle banche extracomunitarie che hanno filiali in Italia (a meno che non partecipino a un sistema di garanzia nel proprio Paese di origine). Per le banche comunitarie, invece, non c'è nessun obbligo e partecipano soltanto su base volontaria. Al 31 dicembre 2011 al Fitd aderivano 259 banche: tra queste, nove sono banche extracomunitarie che aderiscono (come detto sopra) obbligatoriamente e una filiale di banca comunitaria che partecipa volontariamente per estendere il livello di copertura del Paese d'origine. Di questi 259 istituti di credito, 189 fanno parte di gruppi bancari mentre 82 sono banche singole.


Quali sono i risparmi eventualmente rimborsati dal Fitd?
Sono oggetto della tutela del Fitd i conti correnti, i conti deposito (anche quelli vincolati), gli assegni circolari e i certificati di deposito nominativi (non quelli al portatore). Non vengono invece garantiti dal Fitd investimenti quali titoli di Stato, obbligazioni, i pronti contro termine, azioni. Se però la banca dovesse incappare in un eventuale stato d'insolvenza, i detentori degli investimenti depositati non corrono alcun pericolo in quanto tutto ciò non fa parte dell'attivo della banca e vengono dunque restituiti al proprietario che non incorre in alcuna procedura fallimentare a meno di non possedere titoli emessi direttamente dalla banca "defaultata". Senza dubbio per il depositante è comunque conveniente distribuire i propri risparmi "liquidi" su più conti di differenti istituti di credito, riducendo la possibilità di default bancario e garantendosi così il rimborso. Oltre al Fitd, inoltre, dal 2008 c'è la garanzia statale che vale fino all'ottobre del 2013.


Fino a che importo sono rimborsate le somme depositate nel conto corrente?
Con il decreto legislativo n. 49 del 24 marzo 2011 (entrato in vigore il 7 maggio del 2011) il limite massimo della garanzia è passato da 103.291,38 euro a 100mila euro e viene applicato per depositante e per banca. Ciò significa che se presso una stessa banca sono intestati più conti, la garanzia massima totale corrisponderà a 100mila euro. Se lo stesso depositante è invece titolare di più conti presso istituti di credito differenti, godrà di una garanzia fino a 100mila euro per ciascuno dei conti a lui intestati. Nel caso di conti cointestati, ciascuno degli intestatari gode di una garanzia massima di 100mila euro.


E quante risorse hanno le banche per far fronte a questi eventuali rimborsi?
Per "fondi rimborsabili" si intendono la massa totale dei depositi presenti nelle filiali degli istituti italiani (escluse le Bcc che hanno il loro fondo di tutela autonomo e gemello) delle persone fisiche e delle imprese. Il meccanismo del consorzio prevede che le banche versino i loro contributi soltanto in caso di necessità ("ex post") a chiamata entro 48 ore. L'impegno oscilla tra lo 0,4% e lo 0,8% dei fondi rimborsabili di tutte le consorziate.


Quali sarebbero le modalità per ottenere il rimborso nell'eventuale stato di insolvenza della banca?
Le modalità di rimborso delle somme non vanno "attivate" dal risparmiatore né rientrano nella trafila liquidatoria dell'istituto bancario bensì si attivano automaticamente in tempi piuttosto brevi. Sempre secondo il decreto legislativo n. 49 del 24 marzo 2011 il rimborso è effettuato entro 20 giorni (prorogabile eccezionalmente di altri 10 giorni) dalla data in cui si producono gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta della banca e sarà lo stesso Fitd a contattare e rimborsare ogni avente diritto. Tutto il resto che non rientra nella copertura del Fitd sarà invece oggetto di riclassificazioni di bilancio che determineranno poi le priorità di rimborso a cui verranno destinate le risorse della banca. Questo sostanzialmente significa che una volta chiuso il bilancio tra attività e passività, il liquidatore procederà al rimborso dei diversi creditori, partendo da quelli privilegiati (che sono per esempio i dipendenti della banca per i loro stipendi oppure l'erario per eventuali tasse non pagate, eccetera) e procedendo via via verso le altre categorie che godono di un credito da parte dell'eventuale istituto di credito fallito.


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