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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2013 alle ore 15:49.

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Il Governo britannico punta a privatizzare anche la supervisione dei prigionieri in libertà vigilata. Il ministro della Giustizia Chris Grayling, ha annunciato una riforma del sistema che lascerà al settore pubblico solo la vigilanza dei 50mila prigionieri ritenuti violenti o pericolosi.

La supervisione degli altri 200mila detenuti in libertá vigilata verrà affidata a società di vigilanza private, che verranno pagate in base ai risultati, di fatto solo se i prigionieri non commetteranno altri crimini. L'obiettivo della riforma infatti è ridurre gli elevati tassi di recidiva. Secondo il ministero il 47,5% dei prigionieri commette di nuovo un reato entro dodici mesi dal rilascio. Il 90% delle persone condannate a una pena detentiva lo scorso anno aveva già subito una condanna in passato.

La riforma prevede anche che per la prima volta la supervisione obbligatoria e i programmi di riabilitazione "su misura" vengano estesi anche ai detenuti che sono sono stati condannati a meno di dodici mesi di prigione. Finora venivano rilasciati in libertá vigilata senza controlli, ma diversi studi hanno stabilito che proprio questo gruppo ha il tasso di recidiva piú elevato: il 57,6% commette un reato entro un anno dall'uscita di prigione.

Napo, il sindacato di settore, ha accolto con favore l'estensione della vigilanza a tutti i prigionieri a cui viene concessa la semilibertà, ma ha dichiarato che la riforma è "troppo frettolosa" e "mette a rischio la sicurezza pubblica" affidando a privati la supervisione di "ladri, drogati e membri di bande criminali".

Altrettanto critica l'opposizione laburista: il ministro della Giustizia-ombra, Sadiq Khan, ha detto che "il sistema di pagare in base ai risultati non è mai stato utilizzato nel sistema penale e questo Governo guidato dai conservatori sta facendo una folle scommessa con la sicurezza pubblica."
Grayling ha difeso la riforma, sostenendo che il sistema attuale "evidentemente non ha funzionato finora ed è assurdo sperare che inizi a funzionare ora". Il ministro ha detto di voler promuovere la creazione di partnership tra pubblico e privato, e anche di voler coinvolgere il piú possibile ex detenuti tornati sulla retta via non solo per controllare i movimenti dei prigioneri in libertà vigilata ma soprattutto per incoraggiarli a cambiare vita. "Riabilitazione è la parola chiave," ha detto Grayling.
La riforma entrerà in vigore solo in Inghilterra e Galles. La Scozia ha un proprio sistema giudiziario e la libertá vigilata é competenza delle autorità locali.

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