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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2013 alle ore 15:54.

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Il presidente della Fiaip, Paolo RighiIl presidente della Fiaip, Paolo Righi

Tutti contro l'Imu, al punto che non si sa più chi l'abbia votata. Alla manifestazione indetta dagli agenti immobiliari della Fiaip "se riparte l'immobiliare riparte l'Italia", ieri a Roma, una parata di politici ha presentato i programmi elettorali sul mattone. Tutti d'accordo, quindi, nel parlare male dell'Imu: da Giovanni Legnini del Pd, che ha promesso di portare a 500 euro la detrazione per l'abitazione principale, "così da escludere dalla tassazione gran parte delle prime case", a Beatrice Lorenzini (Pdl), che ha promesso, in caso di vittoria, di toglierla del tutto, compensando la perdita di 4 miliardi con le entrate del "patto" fiscale con la Svizzera, quantificato in 7 miliardi per cinque anni. Più prudente Pierluigi Mantini (Udc), che ha parlato di un "impegno per correggere le detrazioni". Al punto che Luigi Li Gotti (Idv) è sbottato chiedendosi dove fossero quando l'Imu veniva votata a colpi di fiducia.

Pd e Udc d'accordo anche sulla possibilità, per le giovani coppie, di detrarre i costi dell'affitto, senza tuttavia specificare come assicurare la copertura. Legnini ha anche riconosciuto l'eccessiva onerosità della Tares, che però è stata solo posticipata a luglio quando il tempo per intervenire sul meccanismo c'era tutto. Solo un accenno (da parte di Beatrice Lorenzini) al problema delle sperequazioni della base imponibile delle imposte sulla casa, derivanti dall'attuale sistema catastale.

Il presidente della Fiaip, Paolo Righi, ha concluso amaramente il dibattito con la battuta: "Ho capito che siamo soli". Eppure la Fiaip ha predisposto undici proposte per ripartire il mercato, una delle quali, almeno è stata recepita da Mantini: quella sull'evitare il consumo di suolo bloccando le nuove edificazioni inutili e spingendo l'industria dell'edilizia alla riqualificazione dell'esistente. Una scelta strategica che i costruttori non sembrano però ancora disposti ad adottare, perché ovviamente presenta minori margini di guadagno. La Fiaip ha anche lanciato l'idea di cedere lo stock invenduto esistente (circa 1,2 milioni di unità immobiliari) alle famiglie a basso reddito attraverso affitti con patto di riscatto di 30-40 anni, in modo da garantire un ritorno al costruttore, attraverso la mediazione del Comune.

Anche altre associazioni si sono fatte sotto con programmi organici: oggi Confabitare (proprietari immobiliari) ha chiesto l'abrogazione totale dell'Imu sulla prima casa e per i terreni agricoli, l'impignorabilità per la prima abitazione, la reintroduzione della riforma catastale prevista dalla delega fiscale ed affossata nel finale della legislatura, il ritorno della deduzione Irpef per i canoni di locazione alle aliquote previste prima della riforma del lavoro, cioè il 15% e il 40,5% rispettivamente per i canoni ordinari e per quelli concordati, la messa a regime delle detrazione spese per i lavori di ristrutturazione edilizia (attualmente 50%) e per l'efficienza energetica degli edifici (ora al 55%).

Quanto agli inquilini, anche il Sunia, con le altre associazioni (Uniat, Sicet e Unione inquilini), ha predisposto un documento unitario, ricordando che In Italia ci sono 4 milioni e mezzo di famiglie in affitto, di queste oltre l'80% ha redditi al di sotto dei 24mila euro lordi all'anno e chiedendo l'ampliamento dell'offerta di abitazioni in affitto compatibile con i redditi della domandaattraverso un piano poliennale, finanziato con un apposito fondo, che preveda programmi con una quota prevalente di edilizia residenziale pubblica a canone sociale integrati da altri interventi di edilizia sociale indirizzati prioritariamente alla locazione.

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