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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2013 alle ore 11:34.

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Shinzo Abe (Afp)Shinzo Abe (Afp)

Niente austerità per il Giappone: benché il Sol levante abbia il più alto livello di indebitamento tra i Paesi dell'Ocse, il nuovo governo del premier Shinzo Abe, dando la priorità a un rapido rilancio dell'economia, ha approvato un bilancio statale di previsione per l'anno fiscale 2013/2014 complessivamente da record, che comporterà un ulteriore aumento del debito pubblico.

Il budget di 92.610 miliardi di yen (mille miliardi di dollari tondi) contempla tra l'altro una riduzione delle spese per alcuni capitoli del welfare e il primo aumento delle risorse per la Difesa da 11 anni (evidentemente collegato alle accresciute tensioni con la Cina sulle contestate isole Senkaku).
Il governo ha inoltre in programma un piano addizionale di stimoli fiscali all'economia da 10.300 miliardi di yen e 4.400 miliardi di yen extra per il finanziamento ulteriore della ricostruzione del Giappone settentrionale colpito dallo tsunami del 2011.

Il 46,3% del budget ordinario dello Stato sarà finanziato con l'emissione di nuovi bond per 42.900 miliardi di yen: sarà la prima volta in 4 anni che le entrate fiscali dovrebbero superare le nuove emissioni, grazie allo stimato aumento degli introiti del fisco per 750 miliardi di yen (a 43.100 miliardi) connesso al previsto miglioramento dell'economia. Il Governo ha infatti alzato lunedì le stime sull'incremento del Pil nell'anno fiscale dall'1,7 al 2,5 per cento (rispetto all'1% stimato per l'annata in corso).

Circa un quarto del budget totale, 22.200 miliardi di yen, andrà al servizio del debito (con un aumento di 300 miliardi rispetto all'anno prima). Le emissioni di Jgb attraverso aste ordinarie, ha chiarito il ministero delle Finanze, salirà al record di 156.600 miliardi di yen, di cui 112.200 miliardi per il rollover di debito esistente. L'esecutivo mostra di voler ricorrere a varie misure per limitare sul piano formale le emissioni di debito, ad esempio con l'attingere per 7mila miliardi di yen alle risorse per 10mila miliardi di un fondo speciale di riserva per l'eventualità di disastri.
Il ministro delle Finanze Taro Aso ha chiarito che un programma di linee-guida governative per una disciplina fiscale a medio-lungo termine arriverà, ma solo intorno alla metà dell'anno.

Il Giappone non è l'unica potenza asiatica impegnata nel rilancio della propria economia. La Reserve Bank of India (Rbi) martedì mattina ha rivisto la propria politica monetaria abbassando di 25 punti base, dall'8% al 7,75%, il tasso a cui presta denaro alle banche. E' il primo taglio dall'aprile del 2012. Inoltre gli istituti di credito si sono visti ridurre di altri 25 punti base le riserve obbligatorie di valuta, e sono stati così messi in condizione di pompare 3,4 miliardi di dollari nel sistema. La Rbi ha anche rivisto al ribasso le stime di crescita per l'anno fiscale che si chiude il 31 marzo: da 5,8% a 5,5%. Il Pil indiano sta crescendo ai ritmi più bassi degli ultimi 3 anni e il fatto che a dicembre l'inflazione sia scesa ai livelli minimi degli ultimi 11 mesi (7,18%) ha consentito alla banca centrale di intervenire.

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