Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2013 alle ore 08:13.

My24


ROMA
Fallisce o viene salvata? Bancarotta o salvataggio? Lo tsunami che sta travolgendo la Banca Monte dei paschi di Siena - tra perdite nascoste per centinaia di milioni di euro e operazioni "tossiche" di finanza strutturata, presunte tangenti e inchieste della magistratura - ha dirottato l'attenzione di correntisti e investitori sul rischio che tra tutti appare il meno probabile, quello del naufragio. Una banca di rilevanza sistemica come il Monte, terza banca italiana e tra le più grandi in Eurolandia, non colerà a picco: se non altro perchè non sono affondate le banche irlandesi o greche, ricapitalizzate con interventi a carico dei 17 Stati dell'euro che hanno contribuito (per via degli Efsf bond) ad aumentare il debito pubblico italiano. E non sono andate in bancarotta le banche spagnole, aiutate da un prestito europeo da 40 miliardi.
Il rischio default non è una questione di bianco o nero: anche quando una società non va letteralmente a gambe all'aria, la sola probabilità del suo fallimento o della sua incapacità di ripagare i debitori (alta, media, bassa) viene declinata in un'infinità di sfumature, che si coniugano con diversi strumenti d'investimento e subordinazioni. La punta della piramide del rischio, dove si concentra il pericolo maggiore di perdita di capitale per un investitore, è rappresentata dal titolo azionario e subito dopo da warrant e convertibili. Le azioni non sono titoli di debito, prestiti che a scadenza vengono rimborsati, e quindi non hanno rating. I voti di Fitch, S&P's e Moody's sono un giudizio sulla capacità (e volontà) di un debitore di pagare gli interessi e rimborsare puntualmente e integralmente i suoi debiti.
Un altro parametro per misurare l'affidabilità di un debitore è la durata del prestito: le agenzie di rating assegnano voti diversi per i debiti a breve e lungo termine. Per quanto riguarda le banche, correntisti e depositanti sono tutelati da un fondo speciale che garantisce il recupero fino a 100.000 euro per depositante (decreto legislativo 24 marzo 2011 n.49 conforme a una Direttiva Ue): nell'eventualità, che non è quella del Monte, di "dissesto bancario".
Tra le azioni e i conti correnti, la gamma degli strumenti d'investimento di tipo obbligazionario è vastissima. I bond che più si avvicinano alle azioni sono quelli subordinati, cioè che hanno una subordinazione: nel caso di default dell'emittente, i sottoscrittori dei bond senior vengono rimborsati integralmente per primi e solo in seguito vengono ripagati gli investitori dei subordinati Lower Tier 2, poi Upper Tier 2 e infine il Tier 1. Una grande differenza tra le diverse classi dei subordinati sta nel pagamento delle cedole: i bond subordinati meno rischiosi sono quelli con cedole che si accumulano (quando l'emittente non le può pagare, rinvia, il pagamento resta in sospeso e non viene cancellato, è accumulato per essere erogato in data futura). I subordinati più rischiosi invece hanno cedole che, in base al prospetto, quando non pagate dall'emittente vengono perse dal creditore/sottoscrittore: non si accumulano. Quando la banca è in rosso e non fa utili, gli interessi dei subordinati sono a rischio. Quando i dividendi delle azioni non vengono pagati, a volte scattano clausole punitive per i subordinati.

Shopping24

Dai nostri archivi