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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2013 alle ore 08:13.

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PARIGI. Dal nostro corrispondente
Pace fatta tra Google e gli editori francesi. Dopo anni di polemiche e tre mesi di trattativa, l'accordo è stato solennemente firmato ieri sera all'Eliseo dal presidente francese François Hollande e dal presidente del colosso di Mountain View Eric Schmidt.
In cambio dell'utilizzo da parte del motore di ricerca degli articoli dei mezzi d'informazione, Google finanzierà con 60 milioni un fondo destinato a sostenere lo sviluppo dell'informazione online, in sostanza la transizione dalla carta al web. Un consiglio di amministrazione di sette persone (esponenti degli editori, di Google e indipendenti) gestirà il fondo e valuterà quali progetti finanziare, con l'obiettivo di utilizzare le risorse in un periodo compreso tra tre e cinque anni. A beneficiare di questi stanziamenti saranno tutte le testate generaliste, mentre sarebbero escluse quelle dell'informazione "people". I criteri dovrebbero essere quelli dell'innovazione e della solidità del "business plan".
Un secondo punto dell'intesa è di carattere commerciale: gli editori potranno utilizzare per la loro attività promozionale tutte le piattaforme di Google per cinque anni a condizioni vantaggiose.
Lo scontro vero e proprio era cominciato nel settembre scorso, quando gli editori - guidati da Nathalie Collin - erano partiti all'attacco frontale di Google, lamentando di non ricevere alcuna remunerazione per l'utilizzo che il motore di ricerca faceva degli articoli prodotti da giornali e siti d'informazione. E sollecitando il Governo a varare una legge destinata a creare un "diritto" analogo a quello "d'autore". A questa prospettiva, Google aveva reagito minacciando di escludere le testate francesi dal motore di ricerca.
Il 29 ottobre Hollande aveva quindi incontrato Schmidt e gli editori invitandoli a cercare un'intesa. Aveva nominato un mediatore, Marc Schwartz, e fissato una scadenza, il 31 dicembre. Superata la quale il Governo sarebbe appunto passato all'iniziativa legislativa. All'inizio di dicembre le posizioni avevano iniziato a convergere: Google aveva messo sul tavolo 50 milioni e gli editori ne chiedevano 70. A quel punto l'Eliseo aveva concesso un altro mese. E poche ore dopo quest'ultima scadenza - a quanto sembra in seguito a un contatto diretto tra Hollande e Schmidt - è finalmente arrivato l'accordo. Che sembra soddisfare tutti: Google, che evita la legge e se la cava con una cifra del tutto ragionevole (anche se certo l'intesa rappresenta un precedente e verrà via via estesa agli altri Paesi); gli editori, che ottengono una nuova fonte di finanziamento dei loro investimenti nell'informazione online in un momento particolarmente difficile per il settore.
Nel frattempo Google ha già raggiunto (lo scorso 13 dicembre) un accordo analogo in Belgio (da 5 milioni), mentre il Governo tedesco ha presentato in Parlamento un progetto di legge finalizzato a imporre una remunerazione. Poiché gli editori dei mezzi d'informazione francesi, tedeschi, italiani e svizzeri hanno però fatto fronte comune nella battaglia contro Google, è alquanto probabile che il "modello francese" venga ben presto adottato anche in Germania, Italia e Svizzera.
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