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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2013 alle ore 08:11.

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Barbara Fiammeri
ROMA
Tener fuori Bankitalia dal polverone, puntando semmai ancor più decisi sul potenziamento dei suoi poteri di sorveglianza. C'è consonanza di vedute nei partiti all'indomani delle sollecitazioni formulate dal capo dello Stato sull'affaire Monte dei Paschi.
La premessa di Luigi Zanda (Pd) è che «ormai esistono dimensioni che superano i confini nazionali, perché ormai i capitali si muovono a livello globale». Quanto al contesto domestico però «le vicende senesi e le altre venute alla luce negli ultimi anni hanno mostrato tutte le debolezze del sistema». Dunque, secondo il vice-capogruppo democratico al Senato, «i controlli vanno intensificati e rafforzati», secondo proposte che non può che essere via Nazionale a presentare. «Bankitalia deve indicare di quali maggiori poteri avrebbe avuto necessità per prevenire fatti come quelli di Mps. Bisogna mettere in condizione la banca centrale di esercitare in pieno le funzioni di vigilanza».
D'accordo, con una postilla ulteriore, il capogruppo uscente dell'Udc a Montecitorio Gian Luca Galletti. «I problemi sono due: ampliare, da una parte, lo spazio di azione di Bankitalia e contestualmente dar corso a quanto la riforma delle fondazioni prevedeva già, con l'istituzione di un'autorità indipendente e terza». Da Gianfranco Conte (Pdl), arriva invece il riconoscimento per l'operato di Bankitalia in una fase particolarmente sensibile. «Se dovessimo ragionare su un caso tutto sommato piccolo come quello del Monte dei Paschi - provoca il presidente della Commissione Finanze alla Camera - dimenticando che l'insieme delle Landeskasse tedesche è fuori controllo, potremmo parlarne a lungo». Cautela massima nel giudicare, è l'invito di Conte, «in un momento in cui le nostre banche erano nel pieno di una tempesta finanziaria». A consuntivo il ruolo di Bankitalia è comunque stato «ineccepibile». «Forse si sarebbe potuto intervenire prima, ma a posteriori c'è modo di fare tanti ragionamenti, bisogna poi vedersi calati nel contesto», ammette Conte.
Scorrendo il dossier consegnato da Via Nazionale al ministero dell'Economia, Zanda trova conforto alla sua tesi. «Lì viene ricostruita tutta la sequenza delle verifiche effettuate. Mi sembra che Bankitalia abbia fatto tutto quello che doveva e che le responsabilità stanno nel modo opaco con cui il Monte ha risposto alle richieste».
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IL COLLOQUIO
Il Quirinale sul caso Mps
Bankitalia «ha esercitato con il tradizionale rigore le funzioni di vigilanza». Vanno soddisfatte le «esigenze di chiarezza», ma senza perdere di vista la «consapevolezza dell'interesse nazionale». Ieri il Sole-24Ore ha pubblicato un colloquio con il capo dello Stato Giorgio Napolitano sul caso Mps

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