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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2013 alle ore 17:45.

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Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha risposto alle accuse di corruzione nel Partito popolare e ha negato ogni coinvolgimento nello scandalo Barcenas, una torbida vicenda di finanziamenti illeciti tra società immobiliari e politica, svelata giovedì scorso dal quotidiano El Pais attraverso gli appunti di Luis Barcenas, ex tesoriere dei popolari.

«È tutto falso, io non faccio politica per soldi. Non ho mai ricevuto o distribuito denaro non dichiarato», ha detto il premier spagnolo, facendo riferimento per la prima volta ai documenti pubblicati dalla stampa, nel corso di un vertice del Partito popolare convocato d'urgenza. «Se qualcuno pensa che mi piegherò alle proteste e lascerò l'incarico che mi è stato affidato dagli spagnoli. Lasciate che gli dica che si sbaglia», ha aggiunto Rajoy.

Il leader conservatore si è detto vittima di «una persecuzione», organizzata dal quotidiano progressista e ha promesso che renderà pubblici la sua «dichiarazioni dei redditi, lo stato patrimoniale e tutte le informazioni relative alla sua attività e alle sue proprietà». Ed è andato oltre, impegnando anche il suo partito a garantire la «massima trasparenza». «Non dobbiamo permettere - ha detto - che gli spagnoli, a cui chiediamo sacrifici, possano pensare che non ci atteniamo al più stretto rigore etico».

Il nome del premier spagnolo compare più volte nei documenti diffusi da El Pais che proverebbero l'esistenza di una contabilità parallela tenuta dai tesorieri del Partito popolare - Alvaro La Puerta e, appunto, Luis Barcenas - dal 1990 al 2009. Secondo quanto risulta al quotidiano, il partito conservatore avrebbe ricevuto finanziamenti illeciti per almeno 33 milioni di euro, in gran parte provenienti da grandi imprese di costruzioni negli anni del boom immobiliare, alcune delle quali già implicate nel caso Gürtel, un altro scandalo di tangenti che coinvolge la formazione di Rajoy. Ci sarebbero i nomi di Ohl, Fcc Construccion e Mercadona.

I quaderni di Barcenas le cosiddette donazioni ricevute e in perfetta partita doppia riportano le spese, con il nome dei beneficiari: leader del Partito popolare e ministri nei governi conservatori: ci sono, secondo El Pais, riferimenti a Rodrigo Rato, già direttore del Fondo monetario internazionale, ma anche a esponenti politici come Jaime Mayor Oreja e Maria Dolores de Cospedal. Rajoy avrebbe ricevuto una somma di 25mila euro all'anno per un totale di circa 250mila euro e il Partito gli avrebbe pagato anche cravatte e abiti.

Il giudice Pablo Ruz che sta seguendo l'inchiesta sul caso Gürtel, aperta nel 2009 da Baltasar Garzon, avrebbe già chiesto la documentazione in mano a El Pais. Barcenas ha già dovuto ammettere di aver accumulato nei conti svizzeri 22 milioni di euro (pur affermando di averli ottenuti attraverso alcune sue attività non legate alla politica), la metà dei quali riportati in patria approfittando dello scudo fiscale voluto dal Governo Rajoy.

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