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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2013 alle ore 21:54.
«Io non vado a promettere rimborsi di viaggi di nozze». Questa è una battaglia che «o si vince sulla serietà o è meglio riposarsi»: Così Pierluigi Bersani questa sera a "Piazza Pulita" in onda su La7 a proposito della cosiddetta proposta shock di Berlusconi sull'Imu e sul fisco. Dal Cavaliere «cos'altro si può prevedere se non questo tipo di uscite?».
«Bruciare tutte le favole - prosegue il segretario del Pd - semmai si parla seriamente di quel che si deve fare. Spero che la gara si fermi». Dopo questa proposta del Cavaliere, «ora forse potremo parlare di cose serie, come dei 700mila lavoratori che hanno perso il posto». In tre parole: «Mai più condoni».
Quanto allo scandalo Mps, Bersani ribadisce che le fondazioni non possono avere una posizione predominante in una banca. Da qui l'impegno: se vado al governo, dice, si esce da qualsiasi controllo della fondazione sulla banca. «L'ho sempre pensata così», ha detto il segretario.
«Non fa bene al nostro Paese una campagna elettorale che si gioca in modo un po' onirico, una gara a fare vedere il Bengodi» ha aggiunto Bersani, che ha attribuito gli scossoni in Borsa anche al fatto che «le campagne elettorali danno sempre le occasioni di giocare, per chi vuole giocare, un po' anche nelle Borse e attribuisco una parte di queste scossoni a chi punta a miglior giocata».
Sull'ipotesi che la copertura per fare fronte alla restituzione dell'Imu prima casa arrivi da un patto con la Svizzera, il segretario del Pd non lascia spazio a equivoci. «Berlusconi come fa a dire che fa un accordo quando se ci vogliono quattro anni è grasso che cola. Io so cosa sta girando in queste trattative... se ci entra in casa la Svizzera io non sono d'accordo».
E comunque, «le tasse - ha aggiunto Bersani - non sono il solo problema di questo Paese. Io faccio la mia proposta: facciamo 7 miliardi e mezzo di investimenti in 3 anni per ristrutturare scuole e ospedali». I fondi? Da un allentamento del patto di stabilità.
Inoltre, «per noi la priorità è il lavoro: il segno meno di posti di lavoro deve essere sostituito dal segno più. Questo per noi è il problema numero uno». La riduzione del peso fiscale - spiega il segretario del Pd - «sta a cuore anche a noi, ma come facciamo a dare lavoro per noi è il problema».
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