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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2013 alle ore 11:21.

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Foxconn permetterà ai dipendenti delle fabbriche cinesi di eleggere i propri rappresentanti sindacali. La decisione del più grande produttore mondiale di componenti elettroniche per smartphone, tablet e notebook - nonché principale fornitore di Apple - segna una svolta nelle relazioni industriali in Cina: di norma i delegati sindacali sono scelti dal management.

Nel caso del gruppo taiwanese, che in Cina è il primo datore di lavoro privato con 1,2 milioni di lavoratori, le elezioni riguarderanno il presidente e gli esponenti di venti Comitati della Federazione sindacale di Foxconn (in tutto 18mila delegati).

L'apertura viene parzialmente incontro alle richieste dei dipendenti e serve ad allentare la pressione nei confronti dell'azienda, accusata a più riprese negli anni scorsi di ricorrere al lavoro minorile, di non remunerare adeguatamente gli straordinari e di trascurare alcuni aspetti fondamentali legati alla sicurezza e alla salute dei dipendenti.

Apple si era mobilitata portando nei principali stabilimenti di Foxconn in Cina la Fair Labor Association (FLA), una ong americana che aveva condotto un'audit approfondita sulle relazioni industriali all'interno del colosso. Uno dei punti deboli individuati dalla FLA era proprio la scarsa rappresentatività dei lavoratori all'interno del sindacato. Sarà la stessa associazione americana a fornire consulenza sulle modalità di voto dei delegati sindacali.

Il link al sito della Fair Labor Association e le conclusioni sull'audit commissionato da Apple: http://www.fairlabor.org/affiliate/apple

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