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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2013 alle ore 08:52.

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Manfred Moelgg (Epa)Manfred Moelgg (Epa)

A Manfred Moelgg potrebbero già concedere una medaglia, quella della costanza. È vero che ai Mondiali magari vince chi non ti aspetti. Finora, però, se togliamo i due podi e i piazzamenti di Moelgg in Coppa del mondo (quattro volte quarto, abbonato ai mestoli di legno), il resto della truppa di slalom e gigante è quasi a secco. Eccetto Davide Simoncelli, terzo a Beaver Creek, gli altri sono sfortunati o con la testa tra le nuvole. Vedasi Kitzbuehel: Stefano Gross e Giuliano Razzoli dominavano. Poi si sono arresi nella stessa porta malandrina. Pure Moelgg era nella giornata no, uscito dopo qualche secondo. Però con la sua scia di risultati utili, guiderà le speranze italiane nelle gare tecniche iridate a Schladming. Così Il Sole 24Ore.com ha chiesto al trentenne altoatesino quali sono le sue sensazioni a pochi giorni dal via.

Dopo una stagione buia che cosa è scattato per tornare al vertice?
Chi mi conosce sa che combatto. Volevo tornare tra i migliori e mi sono allenato tantissimo. Partivo dopo il ventesimo posto in slalom e gigante, ora mi ritrovo nel gruppo dei primi sette in entrambe le specialità. Può succedere ancora di tutto. Ai Mondiali ho già vinto due medaglie e so come funziona.

Due medaglie in slalom: e in gigante come si sente?
Posso dire la mia anche in gigante, però so benissimo che c'è gente fortissima davanti a me. Devo attaccare al massimo e sciare come nella seconda manche di Adelboden, che penso sia stata la mia migliore manche di quest'anno. Devo arrivare al cento per cento della condizione. Mi serve ancora un po' d'allenamento in gigante per sentirmi al top.

A Kitzbuehel è uscito dopo pochissime porte. Meglio lì che ai Mondiali?
Chiaramente avrei fatto volentieri un bel risultato a Kitzbuehel. Penso di essermi presentato lì con la forma migliore della mia carriera, perché nel 2008 stavo sciando molto forte e sbagliavo pochissimo e anche adesso è così. Devo continuare su questa strada. Ok per i Mondiali ma dopo non è finita. Questa è una stagione molto importante e la prossima lo sarà ancora di più.

Soprattutto se manterrà questa costanza. Marcel Hirscher è davvero imbattibile?
Ho sempre pensato che un grande atleta non si vede solo dalle vittorie ma anche dalla costanza. Chiaramente i successi e i podi contano tanto, però non serve fare due grandi gare e poi essere di nuovo niente. Il gran risultato con la costanza arriva di sicuro. Hirscher vince quasi ogni gara. Al momento fa delle cose incredibili, vedremo di batterlo.

In slalom e gigante, se togliamo Moelgg, resta solo un podio di Simoncelli. Avverte la responsabilità del caposquadra?
Sì posso dirlo, sono lì davanti in slalom e gigante nei migliori sette. Sento un po' di pressione ma la accetto volentieri, perché ogni volta che me la sono presa, negli ultimi anni, ho poi fatto bene nelle gare.

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