Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2013 alle ore 14:10.

My24

Sul New York Times è il governo italiano a fare la figura del censore. La polemica da campagna elettorale sul rinvio della proiezione al Maxxi del documentario "Girlfriend in coma" arriva così sul blog del Nyt "ArtsBeat": «Governo italiano blocca la prima del film su Berlusconi».

La "prima" del documentario che fa un "ritratto feroce" del ruolo di Silvio Berlusconi come primo ministro "è stata rinviata su richiesta del governo", scrive nel blog Larry Rohter. Il film doveva essere proiettato a Roma il 13 febbraio, ma lo sarà solo dopo il 24 febbraio, data delle elezioni in cui «Berlusconi è candidato».

Per la cronaca, il ministero guidato da Lorenzo Ornaghi ha preso le distanze indicando di non avere avuto nessun ruolo nella decisione della neo presidente della fondazione, Giovanna Melandri.
Nonostante il titolo, tratto da una canzone degli Smiths "Girlfriend in coma", il documentario esamina «il declino economico e politico dell'Italia negli ultimi due decenni», scrive il Nyt. Berlusconi, il cui partito è secondo nei sondaggi, è stato al potere per gran parte della seconda metà del periodo e a lui – spiega Rohter - «viene data la colpa di molti dei mali italiani».

Il film è diretto dalla giornalista italiana Annalisa Piras, che ne è coautrice insieme a Bill Emmott, ex direttore dell'Economist e autore del libro "Good Italy, Bad Italy". E' già stato proiettato negli Stati Uniti e in Inghilterra. Il "prestigioso" museo Maxxi aveva programmato una proiezione speciale cui erano invitati politici, diplomatici, giornalisti e leader imprenditoriali "finché – si legge nel blog del Nyt - non è intervenuto il ministero della Cultura".

"Mi domando: sarebbe accaduto questo in qualsiasi altra democrazia occidentale?", scrive Emmott in una dichiarazione sul sito web del film. "Il ragionamento del Maxxi – continua - è che poiché una fondazione privata gestisce il museo sotto il controllo del ministero della Cultura, non sono autorizzati a ospitare eventi che potrebbero essere considerati ‘politici', vista l'imminenza delle elezioni". Ma, ha aggiunto, "il punto più strano è che nessuno al Maxxi ha in effetti visto il film e neppure chiesto di vederlo".

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi