Rugby, emergenti di successo per un'Italia ringiovanita
Capita sempre. A ogni successo importante della Nazionale di rugby i media moltiplicano le attenzioni. Anche in questi casi, però, al centro dell'attenzione finisce un numero limitato di giocatori (Martin Castrogiovanni e il capitano Sergio Parisse su tutti). Mentre nello sport di squadra per eccellenza, anche la visibilità dovrebbe essere un po' più distribuita. Tra i giocatori di maggiore esperienza ci sono quelli che gli anglosassoni chiamano "unsung heroes": il tipico esempio è il terza linea Alessadrno Zanni, arrivato a 70 presenze, di cui oltre 40 consecutive. Ma vale la pena di dare anche un'occhiata ai più giovani, agli "emergenti", che hanno detto la loro, eocome, in occasione della vittoria di domenica contro la Francia. Due avanti, un mediano, due trequarti: nessun oriundo, tutti rugbysti nostrani, a dimostrazione dei frutti che può dare il vivaio italiano.
di Giacomo Bagnasco5 febbraio 2013
1. Tommaso Benvenuti

Con 24 presenze a soli 22 anni, è il "veterano" degli emergenti. Il Benetton Treviso lo ha lanciato da tempo nel campionato Pro 12 (la ex Celtic League) e in Heineken Cup. Centro-ala, ha esordito in Nazionale a meno di vent'anni e ha all'attivo quattro mete in azzurro (memorabile quella segnata l'anno scorso all'Inghilterra). Il suo è un fisico da trequarti moderno (un metro e 87 per 95 chilogrammi) e gli consente di aggiungere la potenza a tecinca e velocità.
La frase: "Quando perdi, perdi e basta, anche se magari hai giocato bene o addirittura meglio dell'avversario"
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