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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2013 alle ore 17:29.

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Il problema «è la Ragioneria dello Stato» ed è necessario «cambiare teste e vertici tecnici del Tesoro». Così Oscar Giannino, candidato premier di "Fare per fermare il declino", nel forum Ansa, ha attaccato la struttura di Via XX Settembre, imputandogli una resistenza a cedere il patrimonio dello Stato attraverso un programma credibile di privatizzazioni. «Non vogliono cedere» ha detto. Per Giannino è necessario abbattere il debito pubblico con le privatizzazioni, a cominciare da quelle dei "mattoni liberi", ovvero senza vincoli ambientali e culturali. Giannino ha rilanciato la sua ricetta che interesserebbe almeno il 25% dei 480 miliardi di patrimonio immobiliare «che oggi costa (rendimento negativo dello 0,5%)» con gare a fondi immobiliari di diritto estero («In Gb non le Cayman», spiega guardando Londra) evitando le cartolarizzazioni, «errore del passato».

La mia lista per far perdere Berlusconi in Lombardia
«La mia lista - ha detto Giannino - è per farlo perdere in Lombardia. Berlusconi deve perdere, mi dispiace per Maroni a cui avevo detto di non allearsi con Berlusconi». Pronta la replica del segretario della Lega «è la prima volta che qualcuno si candida per far perdere qualcun altro. Giannino non si preoccupi tanto io vincerò lo stesso».

Serve una rivoluzione fiscale per la cultura
Per Giannino «c'è bisogno di una piccola grande rivoluzione fiscale» nella filiera della cultura nel suo complesso, dall'industria editoriale agli audiovisivi. La sua filosofia complessiva è un «maggior coinvolgimento dei privati» che invece vengono penalizzati. «Sulla gestione dei Beni Culturali o ci diamo una legislazione di incentivi fiscali ai privati per mettere a reddito il patrimonio senza alienarlo, oppure siamo stupidi», ha
sottolineato. La «spesa 2011 di privati in eventi culturali in Germania è stata di 4 miliardi, la spesa in Italia di 180 milioni.

Incentivate solo le donazioni allo Stato
Lo Stato dà molti incentivi solo alle donazioni allo Stato», ha detto. Anche per quanto riguarda la filiera culturale nel suo complesso, dall'industria editoriale a quella dell'audiovisivo, per Giannino «o sgraviamo tutte queste singole componenti oppure continuiamo solo nell'opera di desertificazione che è una cosa distinta dalle difficoltà del mercato congiunturale». Un esempio, ha detto il leader di Fare per fermare il declino, sono le librerie «che stanno sparendo dal tessuto di tutte le grandi città italiane e del centro: lì c'è una questione fiscale grande come una casa». Per Giannino è necessario adottare il 4% come riferimento complessivo, non il 19% o 21-22%. Giannino si è detto anche favorevole «a scelte di tax shelter non solo per la produzione privata di audiovisivi e cinematografici», «a patto che poi lo Stato non faccia come ha fatto in questi anni di riservarsi la quota di finanziamento solo una volta che sa il suo saldo». Questo per Giannino «significa mettere tutti gli operatori del settore in condizione di non capirci niente e di non fidarsi. Bisogna farlo in maniera credibile nel tempo, con finanziamenti pluriennali».

Sì alle unioni con diritti, no a matrimoni gay
«No al matrimonio tra persone dello stesso sesso, sì a unioni da cui far discendere una serie di diritti», ha detto Oscar Giannino. Per quanto riguarda la possibilità per i gay di adottare bambini, Giannino chiede «che prima si verifichino se ci sono adeguate tutele per i minori».

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